domenica 17 ottobre 2010

Io, disabile, non voglio più essere italiana




QUESTA LETTERA E' UNA FORTE DENUNCIA DI UNA GIOVANE RAGAZZA DISABILE CHE GIUSTAMENTE SI SENTE DISGUSTATA DINNANZI A CERTE DICHIARAZIONI A DIR POCO VERGONGOSE, DA PARTE DI CHI DOVREBBE RAPPRESENTARE TUTTI I CITTADINI, GARANTENDO E TUTELANDO I DIRITTI DI TUTTI.

di Anita Pallara

Mi chiamo Anita Pallara e sono una ragazza di 21 anni affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia neuro degenerativa e totalmente invalidante. In parole povere, sono handicappata. Mi rivolgo al professor Joanne Maria Pini che vorrebbe buttare me e quelli come me dalla Rupe Tarpea: la disabilità non è un valore aggiunto, non è proprio un valore. È solo una condizione. Non voglio parlare di solidarietà e nemmeno di sensibilità. Io parlo di diritti. Il diritto all’istruzione ce lo garantisce la Costituzione. Le sue parole, professore, sono vergognose, pericolose, razziste e illegali. Ma che valore ha tutto ciò nel nostro Paese? A parte le ovvie reazioni di sdegno e le condanne morali, quale sarà la conseguenza reale? A voi tanti che parlate di “selezione genetica”: io non sono disposta a subire questa ignoranza nel 2010. Se non ci saranno delle forti prese di posizione da parte delle istituzioni e dei media, io mi recherò alla Prefettura di Bari e consegnerò la mia carta d’identità e il mio passaporto,rifiutando così la cittadinanza italiana. Non posso essere cittadina di uno Stato di questo tipo. 

FONTE: Informare controinformando


Non ho il piacere di conoscere questo Prof. Joanne Maria Pini e francamente, viste le sue parole veramente vergognose riferite ai disabili, non nutro proprio nessun desiderio di colmare questa mia mancanza. Che si debbano sentire affermazioni del genere nel 2010 è sinceramente abbastanza preoccupante. Faccio invece i miei complimenti ad Anita Pallara per essersi esposta ed aver dichiarato, forte e chiaro, il suo pensiero in merito alle sconcertanti affermazioni di questo "insigne" professore.

Marco

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