lunedì 4 ottobre 2010

Nuove Malattie Ambientali: il congresso di A.M.I.C.A. su come l’inquinamento ambientale e chimico causano malattie e disabilità

Comunicato Stampa - Roma, 25 Settembre 2010
Il 24 settembre 2010 dalle ore 8,30 alle ore 17,30 si è tenuto presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini – Camera dei Deputati, il convegno “Nuove Malattie Ambientali” organizzato dall’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) con il sostegno del Dr. On. Domenico Scilipoti, medico oncologo e membro della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici che ha presentato la prima proposta di legge per la tutela dei soggetti affetti da malattie e da disabilità ambientali e di un’altra proposta per il divieto d’uso dell’amalgama dentale.

Ci sono in Parlamento 10 proposte di legge per il riconoscimento della MCS come malattia sociale e, proprio il giorno prima del congresso, A.M.I.C.A. ha presentato ai Presidenti di Camera e Senato una petizione con oltre 10.000 adesioni per richiedere l’immediata approvazione di una legge per la MCS e anche una petizione rivolta al Ministro della Salute per richiedere la messa al bando del mercurio dentale, visto che molti casi di MCS, CFS, Fibromialgia ed Elettrosensibilità sembrano essere scatenati proprio dall’esposizione ai metalli dell’amalgama.

Il congresso, che ha ricevuto “i saluti e gli auguri di buon lavoro”, per lettera, dal Presidente della Repubblica Napolitano, dal Presidente del Senato Schifani e dal Presidente della Camera Fini e dal Ministro della Salute Fazio, era diviso in quattro sessioni.

La Prima Sessione riguardava gli “Approcci Diagnostici” per la MCS, CFS e la Fibromialgia.
Il Prof. Giuseppe Genovesi dell’Università di Roma La Sapienza e la Dr.ssa Chiara De Luca, Responsabile del Laboratorio BILARA dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata hanno presentato i risultati di uno studio sullo stress ossidativo e sulla genetica nei pazienti con MCS, che è stato pubblicato all’inizio dell’anno sulla rivista Toxicology Applied Pharmacology (26 Aprile 2010).

Mentre la Dr.ssa De Luca ha puntualizzato la presenza chiara di stress ossidativo in questi pazienti, come la carenza dell’enzima catalasi e del glutatione sulfureo trasferasi, il prof. Genovesi ha sottolineato che i risultati non mostrano la prevalenza di uno specifico polimorfismo, ma la maggior parte dei pazienti mostrano uno o più fattori genetici responsabili di una ridotta capacità di disintossicazione dalle sostanze xenobiotiche. Il professore ha anche annunciato l’inizio di un nuovo studio sulla tipizzazione genetica dell’enzima catalasi, visto che quest’ultimo risulta così tipicamente basso nei pazienti con MCS.

Il Dr. Alberto Migliore, primario di Reumatologia dell’Ospedale S. Pietro Fatebenefratelli di Roma, ha riferito della sovrapposizione tra MCS e sindrome di Sjogren su cui ha pubblicato una ricerca innovativa. Il Dr. Lorenzo Bettoni, referente del servizio ambulatoriale di II° livello e del D.H. di Allergologia, Reumatologia ed Immunologia Clinica presso il presidio ospedaliero di Manerbio (BS), ha descritto le cause ambientali della Sindrome da Fatica Cronica (CFS) e della Fibromialgia, con un’ipotesi sul ruolo delle sostanze chimiche, dell’inquinamento elettromagnetico e dello stress fisico e mentale nello scatenamento di queste patologie.
Il Dr. Giacomo Rao dell’INAIL, che ha pubblicato già due review su MCS, FM e CFS nel 2007 e nel 2008, si è occupato degli aspetti medico-legali del riconoscimento di queste patologie come disabilità. Ha precisato che la valutazione si basa su diversi fattori di impatto relativi alla capacità di autosufficienza e che in Italia ci sono già diversi casi di invalidità per MCS, anche se le commissioni decidono sempre caso per caso e il giudizio dipende molto dalla buona volontà delle commissioni di approfondire questa nuova patologia.

Nella Seconda Sessione intitolata “Nuovi Paradigmi della Tossicologia e della Medicina Ambientale”,
il prof. Martin Pall dell’Università di Washington ha presentato la sua teoria del circolo biochimico cerebrale denominato ON/ONOO - indotto dalla combinazione di un’alta attività dei nitriti (NOS) e dalla carenza di Tetraidrobiopterina (BH4) – che può spiegare non solo MCS, CFS e FM, ma anche patologie neurodegenerative in aumento nei paesi industrializzati, come l’Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il prof. Pall ha anche aggiunto che lo studio De Luca - Genovesi sullo stress ossidativo rappresenta una piena conferma di questa teoria.
Il Presidente dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), Dr. Peter Ohnsorge, ha già tradotto la teoria di Pall nel suo approccio clinico e offre un protocollo complesso per ridurre l’NMDA nel metabolismo cerebrale: cerca di curare innanzitutto l’infiammazione, attraverso l’integrazione di enzimi, sostanze antiossidanti, minerali e vitamine. Successivamente, offre, a seconda del caso, terapie chelanti ed emaferesi (Filtrazione Differenziale della Membrana), terapie per l’intestino e di disintossicazione. Il Dr. Ohnsorge usa anche la terapia del calore, con sauna, perché è stato dimostrato che aumenta la BH4 e si oppone, perciò, al circolo vizioso dell’ossido nitrico e del perossinitrito (NO/ONOO).

Di recente il Ministero della Salute e degli Affari Sociali Tedesco ha commissionato al Dr. Ohnsorge uno studio in doppio cieco sull’efficacia delle terapie per la MCS, con il doppio obiettivo di valutare la disintossicazione delle tossine liposolubili e il miglioramento dei sintomi. Ha scoperto, così, che usando il regime terapeutico suddetto, i pazienti migliorano lentamente, ma in modo progressivo.

I pazienti con MCS presenti in aula hanno posto al medico tedesco diverse domande, per esempio, sugli effetti avversi dell’integrazione con glutatione (GSH) e sui test di biocompatibilità per farmaci e materiali odontoiatrici. Il Dr. Ohnsorge ha spiegato che l’integrazione di glutatione deve essere somministrata a partire da bassissime dosi all’inizio per evitare il rischio di blocchi nel metabolismo della disintossicazione. Ha, poi, suggerito di usare il Test di Trasformazione dei Linfociti (LTT) per scoprire le allergie ritardate a farmaci, plastiche e tossine ambientali, mentre il test di Degranulazione dei Basofili è indicato per evidenziare un’infiammazione indotta da metalli, come nel caso degli impianti al titanio.

Nella stessa sessione il Dr. Ernesto Burgio, Coordinatore del Comitato Scientifico ISDE Italia, ha presentato una relazione sui danni epigenetici causati dalle esposizioni tossiche ambientali, spiegando che l’epigenoma) rappresenta il rapporto tra gene e l’ambiente: anche in assenza di una mutazione cromosomica o genetica, ci può essere un’alterazione dell’espressione del gene (metilazione del DNA) a causa di un danno epigenetico. “Tranne che per alcune eccezioni, la differenziazione cellulare quasi mai coinvolge cambiamenti nella sequenza stessa del DNA”, ha commentato il Dr. Burgio.

Poiché l’ambiente è cambiato troppo rapidamente negli ultimi decenni, la capacità di adattamento dell’(epi)genoma non è in grado di compensarli. Questo meccanismo fa si che un’esposizione a sostanze tossiche nei genitori, in utero o nei primi anni di vita possa tradursi nell’innesco di una malattia cronica invalidante più avanti nella vita. Nuovi studi, per esempio, hanno evidenziato nei primati che l’esposizione a piombo nei neonati può essere associata a sintomi simili all’Alzheimer più avanti negli anni. Se questo scoperte sul ruolo delle esposizioni passate verranno confermate, si potrebbe arrivare alla conclusione che la nostra società si trova sull’orlo di una “dis-evoluzione”.

La dott.ssa Fabrizia Pratesi de Ferrariis del Comitato Scientifico Equivita ha illustrato, infine, nella stessa sessione, i gravissimi rischi correlati agli organismi geneticamente modificati e all’uso sconsiderato di pesticidi ed erbicidi.

Nella Terza Sessione sulla “Tossicità dei Metalli Pesanti”,
il Dr. Raimondo Pische, Presidente dell’Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica (AIOB) ha riferito dei rischi connessi ai metalli dell’amalgama dentale. Ha presentato, in particolare, il video di un’amalgama che rilasciava vapori di mercurio ad una temperatura inferiore a quella della bocca. Il Dr. Pische ha sottolineato che i dentisti sono i primi ad essere a rischio quando mettono e rimuovono delle otturazioni in amalgama e che il mercurio dentale rappresenta la prima fonte di esposizione a vapori di mercurio in ambienti non occupazionali (Fonte: OMS, 1991). Per il dottore non è più accettabile l’uso in odontoiatria di un metallo, come il mercurio, che è la sostanza in assoluto più tossica in natura dopo i composti radioattivi.

Il Dr. Antonello Maria Pasciuto, membro dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), ha presentato il test LTT-MELISA, che dimostra l’allergia ritardata ai metalli (tipo IV), un tipo di allergia riscontrata spesso nei pazienti con MCS, CFS, MS, FM, ALS e con patologie autoimmunitarie, portatori di amalgama o di protesi metalliche e di solito i loro sintomi migliorano dopo la loro corretta rimozione.

Il dott. Gianpaolo Guzzi dell’Associazione Italiana per la Ricerca sui Metalli e Biocompatibilità (A.I.R.M.E.B.), infine, si è occupato dei rischi legati alla chelazione del mercurio. Il suo gruppo di ricerca ha studiato centinaia di pazienti con un carico tossico da amalgama e ha effettuato una revisione degli studi sugli effetti di EDTA, DMPS, DMSA e glutatione. L’EDTA sembra ridistribuire I metalli senza realmente espellerli dall’organismo, mentre il DMPS sembra essere più efficace nel trattamento del mercurio inorganico, anche se presenta in alcuni casi degli effetti avversi molto gravi. Il DMSA funziona nel disintossicare dal metilmercurio (quello presente nel pesce, per esempio) e disintossica anche il mercurio inorganico accumulato nei reni. Di recente il gruppo di ricerca del Dr. Guzzi sta testando l’efficacia del glutatione per la disintossicazione dei metalli, visto che non ci sono studi al riguardo.

Nella Quarta Sessione su “Campi Elettromagnetici e Salute”,
il Dr. Fiorenzo Marinelli, ricercatore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna ha parlato delle tecnologie senza fili, come cellulari, Wi-Fi e Wi-Max. Ha sottolineato il fatto che gli effetti termici (il riscaldamento prodotto dalle onde) rappresentano solo una parte degli effetti biologici dei campi elettromagnetici; ciononostante, questi sono i soli ad essere presi in considerazione per stabilire i limiti di sicurezza a livello internazionale.

Esistono anche altri effetti che sono indotti dal segnale stesso dell’onda elettromagnetica. Questo spiega perché, sebbene il segnale emesso da un cellulare UMTS abbia generalmente una minore intensità rispetto ad un cellulare GSM, utilizzando una gamma di frequenze maggiore, comporta un rischio superiore di danno al DNA, come evidenziato dal recente studio europeo Reflex.

In una slide emblematica, il dott. Marinelli ha dimostrato che la distanza di sicurezza a cui tenere il cellulare acceso è di 20 metri e, per tale ragione, ha consigliato di considerare i cellulari esclusivamente come strumento di comunicazione per casi di emergenza.

Il suo gruppo di ricerca sta anche studiando gli effetti dei radar e del Wi-Fi e le scoperte preliminari mostrano che entrambi questi tipi di campo elettromagnetico sono responsabili di una proliferazione cellulare (2010). Poiché la letteratura scientifica dimostra chiaramente che i campi elettromagnetici presenti nella vita quotidiana possono indurre una rottura del DNA, una disregolazione genica, un danno cromosomico, un aumento dei radicali liberi, un’alterazione dei neurotrasmettitori, perdita della memoria, ipersensibilità ed allergie, invecchiamento precoce e forse anche cancro, il Dr. Marinelli sostiene una riduzione degli standard di esposizione dagli attuali 6 a 0,6 V/m, come è stato anche richiesto sin dal 2002 dalla International Commission for the Electromagnetic Safety (ICEMS).

Il Prof. Olle Johansson, professore associato del Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Karolinska e professore del The Royal Institute of Technology, Svezia, nonché membro del famoso gruppo Bioinitiative, ha presentato una trattazione sulla Elettrosensibilità, una condizione che è pienamente riconosciuta come “invalidità funzionale” in Svezia. Ha spiegato non solo gli aspetti scientifici degli effetti biologici dei campi elettromagnetici sui soggetti elettrosensibili, ma anche il significato sociale della disabilità nella nostra società. “La disabilità è ovunque e può accadere ad ognuno: io stesso vivo una condizione di disabilità quando mi trovo a Roma perché non parlo italiano e ho bisogno di qualcuno che traduca”, ha commentato il prof. Johansson, ricordando che tutte le moderne democrazie hanno sottoscritto i trattati internazionali dell’ONU sul diritto all’uguaglianza, ma ancora lasciano in gran parte questi principi irrealizzati quando si tratta di disabilità ambientali.

Francesca Romana Orlando
Vice Presidente di AMICA
Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale

FONTE: http://www.infoamica.it/articolo.asp?a=5&sa=0&art=725

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