giovedì 17 febbraio 2011

Asma. Che cos'è ?

L’asma è una delle malattie respiratorie croniche più diffuse nel mondo, presente in tutti i paesi anche se con livelli molto variabili. Rappresenta quindi un consistente problema di sanità pubblica, anche perché la sua prevalenza è in aumento a causa della convergenza di diversi fattori. L'asma colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% degli infanti
Si tratta di una malattia complessa che si manifesta attraverso una infiammazione cronica delle vie aeree. L’infiammazione genera un aumento della responsività bronchiale che, a sua volta, causa episodi ricorrenti (i cosiddetti ‘attacchi d’asma’) di crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse. Durante gli attacchi, che possono essere improvvisi o graduali, peggiorano i sintomi e la funzionalità respiratoria. Se non trattati in modo adeguato, gli attacchi possono essere anche molto gravi e addirittura fatali. Aver individuato nell’infiammazione cronica il punto chiave della definizione della patologia, come avvenuto in anni recenti, ha avuto importanti ripercussioni sia a livello diagnostico che di trattamento dell’asma.

ASMA NELL'ANTICHITA'

Omero (circa 850 a.C.) utilizzò per primo il termine asma (ásthma: respiro breve) per indicare l'atroce soffocamento che affliggeva Ettore disteso in una pianura.
...Nella pianura vede Ettore disteso; intorno a lui sono fermi i suoi uomini; egli è preda di un atroce soffocamento, ha perso conoscenza, sputa sangue: non è stato toccato dall'ultimo degli Achei...
Iliade: canto XV; versi IX, X, XI
Il termine viene poi ripreso con il senso di "respiro corto" da Eschilo ne I Persiani e da Platone ne La Repubblica.
In senso medico il termine asma venne poi usato da Ippocrate negli Aforismi. Il termine Asma è entrato nel vocabolario Medico nel medioevo come termine di falconeria. Veniva definito "Falco Asmatico" il predatore che non poteva respirare a causa dei bruschi cambiamenti climatici.
Anche Lucio Anneo Seneca, ne soffriva, così come riportato nelle Epistolae ad Lucilium: "La malattia, che mi aveva concesso un lungo congedo, mi ha di nuovo assalito. «Che genere di malattia?» chiederai. Hai ragione di fare questa domanda: infatti io le conosco tutte, le malattie. Tuttavia ce n’è una alla quale sono quasi votato; non so perché si debba chiamarla con un nome greco, mentre posso ben definirla difficoltà di respiro. L’assalto del male è di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un’ora. Chi infatti potrebbe sopportare a lungo quest’agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me è più penoso. In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciò i medici chiamano questo male «meditazione della morte»: infatti talvolta tale mancanza di respiro provoca la soffocazione". […]
"Non ho cessato di confortarmi con simili esortazioni, naturalmente silenziose poiché non mi era possibile parlare. Poi, poco alla volta, quella mancanza di respiro, che ormai diventava semplice affanno, cominciò a manifestarsi ad intervalli più lunghi e distanziati. Ma non è scomparsa completamente, e ancora la respirazione non è tornata del tutto normale: sento una certa difficoltà e un certo ritardo nel respiro"

SINTOMI ASMA

Quando una persona soffre di asma accusa sintomi come:
tosse stizzosa, più o meno persistente, che può comparire o accentuarsi durante le ore notturne o al risveglio, talvolta associata a senso di naso chiuso o a starnutazioni ripetute
difficoltà respiratoria o dispnea (respiro affannoso, fiato corto)
il respiro è sibilante anche se non sempre tale caratteristica viene percepita dal paziente
Tutti questi sintomi non si presentano contemporaneamente nella stessa persona, né si verificano sempre con la medesima intensità (quando sono molto intensi si parla anche di una crisi d'asma) e possono svilupparsi in tempi diversi, nel corso della vita.

In ogni caso se insorgono sintomi come tosse, fiato corto e respiro sibilante è necessario eseguire opportune indagini, dato che l'asma, purtroppo, non è certo una malattia da prendere alla leggera. Bisogna inoltre ricordare che, anche se colpisce prevalentemente i giovani, l'asma può insorgere a qualsiasi età. In particolare dopo i trent'anni questa malattia colpisce soprattutto le donne, tendenzialmente non ha origine allergica e risponde male alla terapia farmacologica. L'importante in ogni caso è diagnosticare l'asma quanto prima possibile dato che le cure esistono, sono efficaci e consentono al paziente di condurre una vita assolutamente normale.
Infine non bisogna MAI dimenticare che anche se per lunghi periodi non dà segni di sé, l'asma è una malattia cronica che, se trascurata, va incontro a riacutizzazioni talora gravi.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

Quando si parla di asma non è possibile definire con certezza un'unica causa di origine. Senza dubbio hanno un ruolo molto importante alcuni fattori come la famigliarità della patologia, le allergie e l'ipersensibilità a particolari sostanze irritanti e non (fumo, inquinamento, polline, acari, betabloccanti, aspirina ecc.). Anche virus e batteri possono provocare infiammazione delle vie aeree scatenando crisi asmatiche nei soggetti predisposti.
Durante la gravidanza circa 1/3 delle donne asmatiche subisce un peggioramento della malattia.
Anche l'esercizio fisico è uno stimolo che può indurre o riacutizzare un episodio asmatico (asma da sport). In questi casi i sintomi della malattia emergono soltanto durante l'attività sportiva o durante impegni fisici particolarmente intensi.
Circa il 20% dei bambini asmatici non ripresenta asma dopo l'adolescenza.

DIAGNOSI

Per valutare l'andamento dell'asma sono sufficienti dei piccoli e semplici apparecchi che forniscono al paziente un'indicazione generale sullo stato di salute dei suoi bronchi. Per una diagnosi più approfondita è invece necessaria una visita specialistica. Anche in questo caso l'esame è molto semplice: consiste nell'espirare con forza in un boccaglio collegato ad un apparecchio chiamato spirometro.

CURA E TRATTAMENTO

L'asma, per definizione è una malattia cronica e come tale va seguita nel tempo sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Si tratta infatti di una patologia soggetta a fasi asintomatiche alternate a riacutizzazioni talora gravi. Proprio questo andamento a fasi alterne "autorizza" in qualche modo il paziente ad autosospendersi la terapia o a seguirla a modo suo. Purtroppo tutta questa libertà può costare davvero cara dato che aumenta il rischio di riacutizzazioni e può addirittura aggravare la malattia.
Una crisi asmatica è infatti determinata dalla riduzione del calibro dei bronchi, a sua volta responsabile di un diminuito apporto di ossigeno ai vari tessuti. Ogni volta che questo accade l'organismo subisce un danno che si somma a quello precedente amplificando i sintomi ed aggravando la malattia. Arriviamo così a definire una regola fondamentale che un asmatico non dovrebbe mai dimenticare:
in presenza di asma la terapia non va mai abbandonata o sospesa anticipatamente, anche se i sintomi regrediscono
Se molto spesso il paziente ritiene erroneamente di essere guarito e di non avere più bisogno di terapia è senza dubbio merito dell'efficacia dei farmaci antiasma.

I farmaci antiasmatici si dividono in numerose categorie:

GLUCOCORTICOIDI
BETA-2 AGONISTI
DERIVATI XANTINICI
BENZOPIRANONI
ANTIMUSCARINICI
ANTILEUCOTRIENICI

I glucocorticoidi

I glucocorticoidi agiscono indirettamente inibendo l'enzima fosfolipasi A2 e, di conseguenza, la formazione di acido arachidonico e la sua successiva conversione in leucotrieni e prostaglandine (sostanze dotate di attività infiammatoria). Sono conosciuti anche come corticosteroidi perché vengono normalmente prodotti dalla corteccia del surrene a partire dal colesterolo. Il principale ormone del gruppo è il cortisolo (o idrocortisone).
I glucocorticoidi sono quindi in grado di ridurre l'edema ed il numero di attacchi asmatici. I più conosciuti sono il flunisolide, somministrato per inalazione tramite erogatori autodosati (250 µg a spruzzo) ed il beclometasone (CLENIL ®) con via di somministrazione analoga (100, 200, 400 µg a spruzzo) o tramite aerosol.
I farmaci per aerosol vengono spesso associati ad un Beta-2 agonista per ottenere un maggiore effetto broncodilatatorio e sono preferiti dagli asmatici quando hanno difficoltà nell'inalare il farmaco per via orale o nasale.
Il ricorso alla somministrazione di glucocorticoidi per via orale (capsule, compresse) deve essere fatto solo quando non si ottengono risultati per via inalatoria e per brevi periodi di tempo, a causa degli effetti collaterali piuttosto evidenti (maggiore suscettibilità alle infezioni, soprattutto se di origine virale, edema diffuso, quindi gonfiore, ipertensione e demineralizzazione ossea).

Beta2-agonisti

I farmaci beta2-agonisti sono derivati della noradrenalina, un ormone che agisce sui recettori adrenergici soprattutto di tipo alfa e beta1, ma poco sui B2 che sono quelli importanti per l'asma, in quanto, se stimolati, provocano un rilassamento del muscolo liscio bronchiale, con conseguente dilatazione delle vie aeree. Ne deriva che qualsiasi farmaco in grado di potenziare l'attività di questi recettori, da qui il nome Beta2-agonisti, è utile come antiasmatico.
Il più conosciuto ed utilizzato è il salbutamolo (VENTOLIN ®) che, per via inalatoria (0,2 mg per spruzzo) produce un'azione rapida che perdura per circa tre ore. Il salbutamolo viene utilizzato anche per prevenire le crisi asmatiche in vista di uno sforzo fisico, anche se ricordiamo essere vietato agli atleti sani (è considerato doping).
Il salbutamolo può essere adoperato anche come aerosol, per via sistemica (cpr da 2-4 mg; cos da 4-6 mg) o per via parenterale (fiale da 0,5 mg). La somministrazione per via sistemica si utilizza solo quando le crisi asmatiche sono troppo frequenti perché, pur essendo abbastanza selettivo per i recettori B2 mantiene attività anche nei confronti dei B1 che, concentrati a livello cardiaco, quando stimolati portano ad un aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) diventando pericolosi soprattutto per i cardiopatici (per approfondire vedi: clenbuterolo).
Accanto al salbutamolo, esistono altri farmaci B2-agonisti con durata d'azione superiore e per questo adoperati nella terapia di mantenimento e non nelle crisi (che richiedono un medicinale dotato di una veloce attività farmacologica). Tra questi ricordiamo il salmeterolo (SEREVENT ®) in dosi da 0,25 mg per spruzzo (da inalare una o due volte nelle 24 h, può essere anche sufficiente una sola inalazione serale).

Derivati xantinici

I derivati xantinici originano dalla teofillina o 1,3 dimetilxantina, un analogo della caffeina presente nel the e dotato di una discreta attività broncodilatatoria. A dosi terapeutiche è in grado di inibire le fosfodiesterasi, enzimi che idrolizzano i nucleotidici ciclici. Così facendo, la teofillina aumenta la biodisponibilità dell'AMP ciclico che è un mediatore del rilassamento della muscolatura bronchiale.
A dosi terapeutiche, la teofillina è poco solubile e per questo se ne fanno dei sali sfruttando le caratteristiche acide dell'azoto presente in posizione 7. Il sale si ottiene associando due molecole di teofillina con una di etilendiammina, ottenendo la aminofillina (in fiale o in compresse, per un totale di 200-300 mg/die e mai a dosi superiori ai 400 mg/die).
La aminofillina è un antiasmatico di seconda o terza scelta a cui si ricorre solamente quando gli altri farmaci non sono efficaci. A dosi elevate può infatti indurre vomito, agitazione, tachicardia, aritmia e divenire letale.

Benzopiranoni

Tra i benzopiranoni ricordiamo l'acido cromoglicico, un farmaco antiallergico, utilizzabile anche sottoforma di sale sodico. Questo medicinale viene adoperato in alcune forme lievi di allergie che possono colpire l'occhio, le mucose nasali (rinite) o i bronchi; è un farmaco di prima scelta che viene adoperato alla prima comparsa di sintomi allergici, esclusivamente per inalazione, nella prevenzione degli attacchi (aerosol per i bambini o spray inalatori per ragazzi e adulti). Tra gli antiasmatici è il farmaco che dà in assoluto i minori effetti collaterali, ma ha un'efficacia percentualmente limitata (solo il 30-35% dei pazienti trova giovamento dall'uso di questo farmaco). Il meccanismo d'azione sembra essere dovuto alla sua capacità di inibire il rilascio degli spasmogeni da parte delle cellule residenti nei bronchi e anche di quelle che vi giungono attraverso il sangue (impedisce il rilascio di istamina).

Antimuscarinici

Gli antimuscarinici agiscono inibendo i recettori muscarinici M3 per l'acetilcolina presenti a livello bronchiale. Questa sostanza è infatti un neurotrasmettitore del sistema parasimpatico che, stimolando i suoi recettori muscarinici e nicotinici, induce la contrazione della muscolatura scheletrica e di quella bronchiale. Per questo motivo andando a bloccare i recettori muscarinici dell'acetilcolina a livello bronchiale otteniamo una broncodilatazione utile per gli asmatici. L'atropina, principio attivo ricavato dall'Atropa belladonna, blocca preferenzialmente i recettori M1 e M2 ma poco gli M3. Nonostante ciò possiede comunque una leggera attività broncodilatatoria, ma è poco utilizzata perché porta ad iunzionalità delle ciglia epiteliali delle vie aeree (con conseguente ristagno di muco che nell'asmatico è già di per sé prodotto in abbondanza); l'effetto terapeutico è quindi scarsamente evidente.
L'ipratropio bromuro (ATEM ®) è invece un M2 e M3 antagonista, capace di dare broncodilatazione senza interferire con l'attività delle ciglia (in dosi da 20 µg per spruzzo). E' molto utilizzato in presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) - una malattia caratterizzata da asma cronica, bronchite ed enfisema polmonare -. Gli effetti collaterali sono perlopiù limitati alla comparsa di secchezza a livello orale e delle mucose.

Antileucotrienici

Gli antileucotrienici vanno a bloccare i recettori CYS e LT1 presenti a livello bronchiale e polmonare. Una loro eccessiva stimolazione da parte dei cistenilleucotrieni porta infatti ad un marcato broncospasmo e ad infiammazione della mucosa bronchiale. Bloccando tali recettori otterremo quindi un'azione benefica per i pazienti asmatici.
Tra i farmaci antileucotrienici più conosciuti ricordiamo il montelukast (SINGULAIR ®), molto importante perché capace di ridurre il numero degli attacchi asmatici e, gradualmente, l'edema bronchiale. La sua attività antinfiammatoria è comunque più bassa di quella dei corticosteroidi, anche se non dà effetti collaterali particolarmente gravi. Gli antileucotrienici, molto utili nella terapia persistente, non sono adatti nella crisi asmatica.

ALTRI RIMEDI

I pazienti affetti da asma bronchiale fanno spesso uso di rimedi non convenzionali. Le metodiche più frequentemente utilizzate sono l'agopuntura, la fitoterapia, l'omeopatia, le tecniche di respirazione e rilassamento (yoga, ad esempio), le manipolazioni spinali, la riflessologia. I pazienti che si sottopongono a questi trattamenti riferiscono spesso un certo miglioramento dei sintomi, o si dicono comunque soddisfatti del rapporto stabilito col terapeuta.

Quando si soffre di asma non vanno mai dimenticate alcune semplici norme igieniche e comportamentali. In caso di allergia alla polvere è bene, per esempio, eliminare tendaggi e tappeti dalla propria abitazione. Più in generale ogni asmatico dovrebbe stare quanto più lontano da quelle sostanze irritanti o da quelli allergeni che scatenano la crisi (fumo, vernici fresche, pelo di animali, pollini, sostanze con odore pungente ecc.).

FONTI: my-personaltrainer.it, italiasalute.leonardo.it, wikipedia.org, epicentro.iss.it

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