martedì 3 maggio 2011

Diossina: il colosso siderurgico Ilva perde le staffe. Ma intanto a Taranto non si può più pascolare

La più grande acciaieria europea si irrita perché PeaceLink ottiene dall'Arpa Puglia i più recenti dati sulla diossina e li fornisce per una pubblica divulgazione. E intanto la Regione Puglia vieta il pascolo un un raggio di 20 chilometri dall'area industriale: c'è troppa diossina. Il bestiame si contamina e la gente si prende il cancro.

Cose incredibili accadono a Taranto.

Emergono dati gravissimi sulla contaminazione da diossina.

Questi dati PeaceLink li ottiene dall'Arpa Puglia e da altre fonti come i registri Ines ed Eper.

A fronte di tale azione di documentazione e divulgazione dei dati, qualcuno non dorme sonni tranquilli.

L'Ilva ha accusato l'Arpa Puglia di "scambiare privatamente email in sostituzione di comunicazioni ufficiali e pubbliche".

L'Arpa è l'agenzia regionale protezione ambiente.

A beneficiare dei dati ambientali saremmo noi di PeaceLink che, come si sa, siamo "ingordi" di diossina.

Ma, in risposta alla contestazione dell'Ilva, Arpa sottolinea "che il direttore generale di un'Agenzia per la protezione ambientale non è solito dedicare il proprio tempo a chiattare privatamente col portavoce di un'associazione ambientalista o col responsabile delle relazioni esterne di un'azienda siderurgica". (Dal Corriere del Mezzogiorno dell'11/3/2010)

E infatti PeaceLink aveva fatto regolare richiesta dei dati ambientali, poi diffusi.

Ma c'è di più.

Scrive il Corriere del Mezzogiorno: "I risultati delle analisi ventoselettive sugli inquinanti effettuate alla masseria Fornaro erano a conoscenza del responsabile delle relazioni esterne dell'Ilva due giorni prima che l'Arpa le trasmettesse la settimana scorsa all'associazione PeaceLink che li aveva richiesti".

Nella masseria Fornaro si sono contaminati 600 capi di bestiame per la diossina.

"E' un fatto penoso - commenta il Direttore dell'Arpa Giorgio Assennato - non pensavo che una grande azienda avesse questa caduta di stile".

Chiediamoci infine il perché di tanta irritazione da parte dell'Ilva. Il più grande colosso siderurgico europeo manda giù un boccone amaro. I dati dell'Arpa attestano che la diossina è in concentrazione maggiore nell'aria quando il vento soffia dall'Ilva verso i pascoli.

E i pascoli si sono contaminati.

La Procura della repubblica di Taranto ha aperto un fascicolo di inchiesta "verso ignoti".

La Regione Puglia ha vietato il pascolo nelle aree incolte per un raggio di 20 chilometri dall'area industriale.

Dovremmo essere irritati noi.

Ma ad irritarsi è l'Ilva.

12 marzo 2010 - Alessandro Marescotti

FONTE: peacelink.it
http://www.peacelink.it/editoriale/a/31346.html


Questo articolo si collega idealmente con l'ultimo articolo che ho postato sul mio blog, ovvero quello di E.S. , malata di Sensibilità Chimica Multipla abitante a Taranto.

Taranto viene da ormai molto tempo considerata la città più inquinata d'Italia, secondo molti la più inquinata d'Europa, e questo è in gran parte dovuto alla presenza dell'Ilva, la più grande acciaieria d'Europa. Secondo fonti accertate quasi il 9% dell'intero inquinamento europeo da diossina proviene da questo colosso siderurgico ( http://www.peacelink.it/ecologia/a/10787.html ), il che naturalmente provoca un inquinamento nelle zone circostanti elevatissimo, con ovvie deleterie conseguenze sulla salute dei residenti di queste zone.
Quello che ho postato è solo uno dei tantissimi articoli che si possono trovare in rete e sui giornali sull'inquinamento da diossina (e non solo) esistente a Taranto, un annoso problema con cui gruppi ambientalisti e gente comune della città lotta costantemente.

Marco

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