martedì 30 agosto 2011

La Sindrome di Smith-Magenis

La sindrome di Smith-Magenis (SMS) è causata da delezioni interstiziali del cromosoma 17p11.2. L'incidenza è stimata in 1/25.000. I segni tipici comprendono anomalie craniofacciali caratteristiche, brachidattilia, bassa statura e ipotonia infantile.
Il ritardo mentale e del linguaggio è un segno costante, associato a iperattività, disturbi dell'attenzione e autolesionismo. I gravi disturbi del sonno e i problemi comportamentali possono associarsi alla immissione anomala, diurna, in circolo di melatonina. Altri segni clinici sono la voce roca e profonda, le cardiopatie congenite, le anomalie renali, otorinolaringoiatriche e oftalmologiche, la scoliosi, la neuropatia periferica.
Le delezioni, tra le 2 e le 9 megabasi (mediamente 4-5 Mb), sono evidenziabili con l'analisi citogenetica; la diagnosi è confermata con la citogenetica molecolare (FISH). Nella regione critica 17p11.2 della SMS sono stati mappati diversi geni, ma il ruolo di ciascuno di loro non è noto; l'aploinsufficienza di diversi geni è verosimilmente responsabile del fenotipo. Le terapie comportamentali ed educative precoci e la logopedia sono necessarie a dare supporto e a curare i difetti di sviluppo. Per ciò che riguarda il ritmo cardiaco invertito di melatonina, gli antagonisti beta-adrenergici e la melatonina stessa migliorano il comportamento inappropriato e restituiscono il sonno.

Autore: Dott. H. De Leersnyder (Luglio 2003)


Segni clinici della patologia (dati tratti da orphanet)

angoli della bocca cascanti (molto frequente)
anomalie dell'orecchio (forma/struttura) (molto frequente)
anomalie della fonazione/pianto/voce debole o acuta (molto frequente)
brachicefalia/occipite piatto (molto frequente)
delezione cromosomica sub-microscopica (molto frequente)
denti, eruzione tardiva (molto frequente)
disturbi del comportamento (molto frequente)
disturbi del linguaggio (molto frequente)
faccia larga (molto frequente)
infossamento della faccia (molto frequente)
insensibilità al dolore/disturbi sensitivi (molto frequente)
mani corte/brachidattilia (molto frequente)
mani grandi/larghe (molto frequente)
orecchie a basso impianto/attaccatura (molto frequente)
radice del naso larga (molto frequente)
rime palpebrali mongoloidi (molto frequente)
ritardo mentale/psicomotorio (molto frequente)
anomalie dell'udito/sordità (frequente)
antelice prominente (frequente)
areflessia/iporeflessia (frequente)
bassa statura/nanismo (frequente)
clinodattilia del quinto dito (frequente)
convulsioni epilessia (frequente)
denti malposizionati (frequente)
filtro corto (frequente)
fronte curva/bozze frontali (frequente)
ipotonia (frequente)
orecchie prominenti (frequente)
prognatismo (frequente)
scoliosi (frequente)
sordità di trasmissione/conduzione (frequente)
zigomi piatti/ipoplasia malare (frequente)
anomalie dell'apparato genitale (occasionale)
cardiopatia congenita (occasionale)
epicanto (occasionale)
microcefalia (occasionale)
nefropatia (occasionale)
piede cavo (occasionale)
piega palmare trasversale unica/piega scimmiesca (occasionale)
schisi palatina (occasionale)
sindattilia delle dita del piede (occasionale
)

FONTE: retemalattierare.it
http://www.retemalattierare.it/modules.php?name=News&file=article&sid=488

domenica 28 agosto 2011

Sindrome di Smith-Magenis, la storia di Josh


Immaginate una vita senza provare dolore. Intendiamo quello fisico. Può apparentemente sembrare una cosa bella. Nella realtà non lo è e corrisponde ad una malattia rara ben precisa, la sindrome di Smith-Magenis, dal nome di coloro che per primi l’hanno rilevata e derivante da una delezione del cromosoma 17. Questa è la vicenda di Josh, e della sua storia di bambino senza dolore.

Josh Hodgkiss ha solo tre anni e vive in Inghilterra, a Telford. Apparentemente sembra un bambino come gli altri, con la stessa voglia di giocare, ridere, saltare. Solo che Josh non prova dolore. Nemmeno quando cade e come tutti i bambini dall’inizio dei tempi si sbuccia le gambe. Il piccolo, purtroppo negli anni si è reso protagonista di incidenti di diversa gravità, senza accorgersene: si è strappato le unghie, si è fatto un occhio nero. E’ arrivato a tagliarsi la lingua con un morso. Senza accorgersene.

Ecco che una vita senza dolore perde automaticamente ogni suo connotato positivo. Ovviamente per i suoi genitori è tutt’altro che facile mantenere la sua incolumità. Soprattutto perché non provando dolore Josh non percepisce la maggior parte delle azioni a rischio che compie come pericolose. E se ciò non bastasse, la sindorme di Smith-Magenis gli ha invertito gli ormoni del sonno. Il piccolo è sveglio quando gli altri dormono, e viceversa. L’insonnia grave è uno dei principali connotati della malattia.

I coniugi Hodgkiss fanno tutto ciò che è in loro potere per salvaguardare il figlio. Fino ad ora hanno speso circa 12mila sterline per rendere il più possibile la loro abitazione “a prova di Josh” e preservarlo dal dolore che non è in grado di sentire.

20 giugno 2011

FONTE: medicinalive.com
http://www.medicinalive.com/storie-di-medicina/sindrome-smith-magenis-storia-josh/

sabato 27 agosto 2011

Le malattie impossibili: «Soffro di FM: da 6 anni nella morsa del dolore»

LA STORIA. Un cuoco di 38 anni racconta il suo dramma: una patologia grave e non riconosciuta. Fino a 32 anni una vita normale ma all'improvviso si manifesta la fibromialgia: il male ai muscoli lo costringe a lasciare pure il lavoro

Vicenza. L'estate delle malattie impossibili, una tira l'altra come le ciliege, con i malati che ormai non non si nascondono più ma escono allo scoperto per parlare dei loro calvari aggravati da patologie non riconosciute dal servizio sanitario nazionale, che rende ancora più difficile e penoso affrontare la malattia. Diagnosi di sigle fredde, come MCS, l'intolleranza alle sostanze chimiche. Ha avuto il coraggio di raccontare per prima il suo dramma V. M., la vicentina che ora abita a Padova sola e condannata all'isolamento, seguita da Cinzia Pegoraro di Caldogno che ha cambiato tre case per poter sopravvivere. E ancora Elena Cimenti di Brendola con piccoli passi di rinascita dopo un dramma lungo 28 anni in cui ha rischiato danni neurologici permanenti.
È così che ha preso coraggio di parlare anche Andrea Bezze di Montecchio Maggiore, 38 anni, sposato, un'altra sigla fredda messa nero su bianco sui referti medici: FM - fibromialgia. Un altro percorso di dolore iniziato all'improvviso, una via crucis tra medici lunga sei anni, una via d'uscita ancora da trovare. 


Com'è cominciata la sua malattia?
Lo ricordo in modo distinto, è avvenuto tutto all'improvviso sei anni fa. Mi trovavo al lavoro alle Acciaierie Valbruna dove facevo il cuoco per la ditta che fornisce l'appalto. D'un tratto si è manifestato il dolore fortissimo alle ossa, accompagnato da un calore improvviso, la mancanza di forze, la tachicardia. Stavo per svenire. 


Chi l'ha soccorsa?
I miei colleghi, sono stato accompagnato al Pronto Soccorso, da lì è cominciata un'odissea tra medici e ospedali. 


Prima di allora aveva avuto sintomi?
Conducevo una vita che definirei normale tra lavoro, sport, amici, famiglia. Avevo qualche intolleranza alimentare e alcune forme di allergia per esempio al pelo dei gatti e ai pollini, ma niente di più, non ho mai dato più di tanta importanza a questi sintomi. 


Dopo il primo episodio cosa è accaduto?
I dolori si sono fatti atroci e continui alle ossa, ai muscoli, in particolare alle giunture. Se stavo davanti all'affettatrice più di 10 minuti il dolore si faceva insopportabile, un male che mi opprimeva il torace. Ancor oggi non sono più in grado di portare delle magliette o dei pantaloni stretti, tutto mi lega e mi preme forte. 


Cosa le hanno detto i medici?
Fin da subito mi è stata prospettata la FM, fibromialgia. In un primo tempo mi è stato detto che si trattava di una malattia psicosomatica. 


Allora cosa ha fatto?
Sono stato visitato anche da uno psichiatra che però mi ha detto: tu non sei matto, i tuoi dolori sono veri. Sono andato da un sacco di medici, soprattutto reumatologi, mi sono recato anche all'ospedale universitario di Pisa dove ci sono degli esperti, quasi tutte visite a pagamento per fare più in fretta e avere risposte. Sono andato anche a Verona dove sono stato sottoposto ad esami speciali sulle cellule. Tutti mi toccavano quelli che definivano i 18 "tender point", dicevano che la sensibilità a 11 di questi punti poteva portare a diagnosticare la FM. 


Lei a quanti punti era sensibile?
Tutti e 18. Un pellegrinaggio tra medici, in un anno ho speso tremila euro in visite. 


Con quali risultati?
Devo ancora trovare la cura giusta. Diciamo che tutti sono andati per esclusione. All'apparenza gli esami di base danno esiti negativi, ma i dolori sono talmente forti che la diagnosi è stata quella della fibromialgia. Quando ho fatto la risonanza magnetica è stato un disastro, una volta dentro al tunnel mi hanno tirato fuori perché non ce la facevo più dal dolore, hanno tentato di farmela per tre volte ma inutilmente. Ora ho chiesto di essere sedato per riprovare. 


Con il lavoro come ha fatto?
Tra alti e bassi alla fine ho dovuto rinunciare dopo 20 anni di lavoro, ora sono in disoccupazione fino ad ottobre, ma non so cosa potrò fare in queste condizioni se non riuscirò a trovare una cura che allevi il dolore. 


Invalidità?
Dalla commissione medica dell'Ulss sono stato riconosciuto invalido al 46% di FM, questo permette di essere inserito in liste speciali per l'accesso al lavoro, ma davvero non so cosa potrei fare. Il referto attesta che sussistono capacità lavorative, ma di fatto indica che ho una capacità minima di fare le scale, così pure di stare in piedi, ho una funzionalità parziale agli arti e a sollevare oggetti. Certo, muovo le mani e ho capacità cognitive buone grazie al cielo. Ma la vedo davvero dura riuscire a trovare un lavoro. 


Come si cura?
Di recente sono venuto in contatto con una reumatologa di Valleggio sul Mincio, mi è sembrata una delle più competenti di quelli visti finora e anche molto umana. Su sua indicazione prendo tre pastiglie al giorno: una per la pressione alta, un antiepilettico e un antidepressivo, ma nel frattempo mi è scoppiato di tutto. 


Quali altri problemi ha avuto?
Prima ero una persona che stava bene, mangiavo di tutto, giocavo a calcetto e facevo sci a livello agonistico. Ora non riesco più a fare nulla. Soffro di parestesia, ho bruciori di nervi, ho sempre caldo anche in pieno inverno, si sono sviluppate altre allergie alimentari. Oltre al dolore continuo ai muscoli: non riesco a stare fermo, devo continuare a muovermi, a sciogliermi. Di notte dormo pochissimo, riposo solo se prendo la pastiglia per dormire, ma non è vita. Ho provato a fare piscina, ma i dolori proseguono. Sono stato consigliato a fare massaggi che mi hanno sollevato per poco tempo, se non alle fine peggiorare la situazione. 


Sua moglie come l'ha presa?
Sono sposato da 12 anni, mi aiuta, mi aiutano molto i miei genitori con i quali viviamo. Qualche volta alla sera usciamo, almeno per vivere, vedere qualcuno, fare due passi, un concerto. Ogni volta torno distrutto. 


Cosa fa tutto il giorno?
Faccio da mangiare, quello lo so fare. Poi resto molto attaccato ad internet per capire di più questa malattia. Di recente sono entrato in contatto con Sheyla Bobba, anche lei è stata malata di FM, autrice di un libro "La bestia sta nel corpo dell'angelo" sulla sua esperienza. Purtroppo la sanità non ci aiuta. 


Qual è la situazione della sanità italiana rispetto alla malattia?
Non siamo aiutati appunto. Sempre smanettando su internet giusto alcuni giorni fa sono riuscito ad avere la risposta che il ministro alla salute Ferruccio Fazio ha dato ad un'interrogazione parlamentare in cui, in pratica, ha negato il riconoscimento della malattia, così di fatto uccidendoci quasi completamente. Attualmente, ha risposto il ministro, non sussistono i presupposti per una sua collocazione tra le patologie soggette a specifica tutela. E nella sua risposta includeva anche altre patologie come la MCS - Sindrome da Multi Sensibilità Chimica e la CFS - Sindrome da Fatica Cronica. 


Quanti malati di FM ci sono?
In Italia si parla di 2 milioni. Nel Vicentino non lo so, i medici mi hanno detto che ce ne sono, ma per la privacy non possono darmi alcun dato. 


Si è mai mosso per fare pressing sui politici?
In Regione ho interessato Giuseppe Berlato Sella, so che è stata fatta un'interrogazione per fare pressioni in Parlamento. Ma se queste poi sono le risposte del ministro. 


Che futuro si prospetta?
Temo di finire sulla sedia a rotelle. Ma non voglio arrendermi.

di Roberta Bassan

4 agosto 2011

FONTE: ilgiornaledivicenza.it
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/276319_le_malattie_impossibili_soffro_di_fm_da_6_anni_nella_morsa_del_dolore/

giovedì 25 agosto 2011

Due saranno le piatteforme petrolifere nel Golfo di Taranto

Secondo Legambiente - e non solo - due saranno le piatteforme nel golfo di Taranto che saranno costruite dalla mano della senza-scrupoli Shell

di Ottavio G. Fogliata

Taranto – Ormai è quasi certo, nel golfo di Taranto tra non molto potremmo veder sorgere due piatteforme petrolifere (denuncia di Legambiente, nel dossier “Un mare di trivelle”). Risale ormai all’aprile 2010 quel patto silente fra il governo nazionale – per mezzo del non tanto onorevole Scajola – e la Shell, che autorizzò quest’ultima a scandagliare il fondale del Golfo affinché si installino impianti per l’estrazioni di idrocarburi. Pochi furono le notizie date dai media in questione. E mentre da un lato vogliamo completamente ignorare il motivo per cui non abbiano voluto farci conoscere non solo una notizia ma una vera e propria minaccia per il nostro ambiente, dall’altro ricordiamo quanto importante sia il mare per l’intero Sud Italia: una fonte inestimabile e preziosa per buona parte del turismo e l’economia locale.

D’altrocanto, mentre la Shell si unisce alla banda degli assassini di Taranto – club di cui fa parte Riva e la fuorilegge Ilva – sull’altra costa pugliese, l’inglese Northern Petroleum promette, a conclusione di quest’estate, di riuscire a dare inizio ai lavori nel mare Adriatico in una zona compresa fra Bari e il Salento. Questa situazione non è solo dunque tarantina, ma una minaccia di devasto all’intero territorio pugliese, che credono sia territorio di conquista. “Siete circondati”, sembra ci urlino le multinazionali del petrolio.

Dunque, a noi tarantini toccherà la Shell, che nel Mare del Nord ultimamente non si è fatta un bel nome. È di pochi giorni la notizia secondo cui una sua piattaforma, la Gannet Alpha, abbia dovuto affrontare due falle dalle quali, fino al 16 agosto scorso, sono fuoriuscite circa 216 tonnellate di petrolio, quasi 1300 barili. E tutto ciò a circa 180 chilometri di distanza dalla costa scozzese.

Nel Golfo di Taranto invece, a che distanza avremo queste presunte piatteforme?

Vi è un comma a favore delle trivellazioni petrolifere, ed è stato inserito nel decreto legislativo di attuazione della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente. In base a quanto è stato denunciato da Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, in questo celato comma del governo si consentirebbe di ridurre il limite di installazione di piatteforme da 12 a sole 5 miglia di distanza dalla costa. Così infatti è scritto al comma 17 dell’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, dopo il secondo periodo: “Per la baia storica del Golfo di Taranto di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1977, n. 816, il divieto relativo agli idrocarburi liquidi è stabilito entro le cinque miglia dalla linea di costa.”.

A Taranto ci stanno ammazzando. Le nostre vite, i nostri tumori, le nostre varie intossicazioni (anche alimentari) sono la vera merce che il club degli assassini stanno da noi stessi acquistando.

L’Ilva già da anni è colpevole delle sue inadempienze. Da tempo esegue una vera e propria frode di forze e vite tarantine. E, la classe politica locale – così come quella regionale – fallisce miseramente. SEL ad esempio, che dell’ecologia ne fa una promessa, sputa parole su parole, ma in realtà continua a consentire questi reati ambientali. Perché di fondo lo sappiamo tutti: due piatteforme petrolifere nel Golfo di Taranto sono due grossi reati, all’ambiente, alla bellezza di Taranto, e al mare che chiama a sé tanto turismo, tanto pesce, e la sopravvivenza dell’intera città.

Sarebbe bello marciare pacificamente contrastando l’ignoranza politica. Sarebbe bello se marciare servisse a qualcosa.

Ma mi sorge ora una domanda. Permettetemi di porgerla, e credetemi nell’innocenza del mio dubbio: quantunque ci toglieranno il mare, di Taranto cosa rimarrà??

18 agosto 2011

FONTE: ilpinocchio.it
http://ilpinocchio.it/2011/08/18/due-saranno-le-piatteforme-petrolifere-nel-golfo-di-taranto/


Notizia dolorosissima che riporto con grande dispiacere.... dispiacere sopratutto nel constatare quanto ai nostri politici, assessori & C. NON stia assolutamente a cuore la tutela dell'ambiente, delle bellezze naturalistiche e, naturalmente, della salute dell'uomo.
2 piattaforme petrolifere nel mare di Taranto sono veramente un reato all'ambiente e all'uomo, per di più di quella Shell che si sta facendo tristemente conoscere per il disastro ambientale che si sta consumando al largo delle coste scozzesi. E se dovesse accadere una cosa del genere anche qui da noi? Meglio non pensarci... meglio di no!
E poi Taranto.... una città già tristemente segnata da quell'Ilva che colpisce al cuore i tarantini col suo carico di tossico che viene liberato nei cieli, causa di tante, tante malattie e vite spezzate prematuramente. Perchè si permette una cosa del genere, perchè? Si è deciso di trasformare Taranto nella "fogna" d'Italia? E poi i mari del sud che sono un patrimonio naturalistico, nonchè un richiamo per tanti turisti da tutt'Europa e dal mondo intero, andrebbero tutelati, preservati da questi orrori! E invece.......

Non ho parole, solamente tanta delusione, amarezza e preoccupazione.... e anche tanta solidarietà nei confronti dei tarantini che spero si faranno sentire con TUTTE LE LORO FORZE affinchè quest'ennesima violenza che la loro città sta per subire non venga perpetrata.
Io lo spero, me lo auguro di vero cuore perchè altrimenti, se anche il Golfo di Taranto verrà deturpato, "di Taranto cosa rimarrà?"

Marco

mercoledì 24 agosto 2011

Marea Nera: disastro ecologico a largo della Scozia, è una “bomba” per l’ecosistema

Si sta aggravando la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Gannet Alpha di Shell, nel Mare del Nord, circa 150km a est delle coste Scozzesi: dopo quasi un anno e mezzo dalla catastrofe del Golfo del Messico, un nuovo evento disastroso rischia di stravolgere l’ecosistema marino, stavolta in Europa.
La perdita di petrolio è iniziata mercoledì scorso, il 10 agosto. La Shell, a cui fa riferimento la piattaforma, ha riferito che sono finiti in acqua 216 tonnellate di greggio, equivalenti a 1.300 barili (in media, ha spiegato la compagnia, si tratta di 5 barili al giorno) determinando l’emergenza più grave dal 2000. “La macchia di petrolio
, ha detto un portavoce della Shell stamattina, “era ieri di circa un chilometro quadrato. La Shell, secondo ciò che scrive la Bbc, ha individuato una seconda falla da cui fuoriesce petrolio nelforma, ma non è ancora riuscita a localizzarla con precisione. “Abbiamo un sistema sottomarino molto complesso, e la perdita si trova in una posizione difficile con molta vegetazione marina, ha detto il responsabile Shell per l’esplorazione in Europa, Glen Cayley. Le squadre di sommozzatori sono al lavoro per individuare la falla, mentre la perdita dal primo “buco” è stata riparata. La perdita che abbiamo contenuto era nel condotto e la prima cosa che abbiamo fatto e’ stato chiudere le fonti e isolare il giacimento che consiste chiaramente nel piu’ grande volume della perdita”, ha detto Cayley, aggiungendo che la piccola falla che rimane e’ in una posizione difficile da raggiungere. La piattaforma e’ una struttura sottomarina complessa e raggiungere la falla attraverso una vegetazione marina piuttosto densa si sta dimostrando complesso”. Mentre dalla prima falla sono fuoriuscite 216 tonnellate di petrolio, pari a 1.300 barili, la seconda falla, ha detto Cayley, ammonta a soli due barili.
La perdita – la piu’ grande nel mare del Nord dell’ultimo decennio – e’ stata notata da un elicottero e al suo culmine si estendeva per quasi 30 chilometri. Secondo Cayley, le condizioni del mare stanno disperdendo naturalmente il petrolio e per ora non vi sono danni alla popolazione di uccelli marini.
Shell rimpiange molto questa perdita. Lavoriamo duramente per assicurarci che l’ambiente sia protetto e quando i nostri sforzi falliscono in una situazione come questa agiamo velocemente come abbiamo fatto in questo caso, formando la nostra squadra di emergenza e lavorando a stretto contatto con le agenzie del governo, il ministero per i cambiamenti climatici, le autorita’ sanitarie, la guardia costiera, le autorita’ per la protezione della costa ed il governo scozzese”.

Incidenti come questo sono delle piccole bombe ecologiche” per gli ecosistemi marini, ha spiegato Silvio Greco, biologo marino. Si tratta di ecosistemi molto delicati – precisa -. In particolare il Mare del Nord e’ un’area di forte concentrazione di merluzzi e luogo di nidificazione per piu’ di una decina di specie di uccelli marini, che sono i primi tra l’altro a risentire degli effetti degli olii pesanti. Il primo problema – aggiunge – e’ l’intossicazione provocata dal petrolio e la morte conseguente di larve e pesci che sono in superficie”.
Il dramma, sottolinea l’esperto,
e’ che si continua a minimizzare l’episodio come se fosse normale che le piattaforme petrolifere perdessero petrolio. E’ un atteggiamento assurdo, compreso quello di non diffondere in tempo i dati – dice -, che dimostra come le grandi compagnie abbiano solo un unico obiettivo, l’aumento del capitale sociale, in completo sfregio ad ambiente e bene comune”.

16 agosto 2011

FONTE: http://www.meteoweb.eu/2011/08/marea-nera-disastro-ecologico-a-largo-della-scozia-e-una-bomba-per-lecosistema/73867/


Marea nera in Scozia: Shell chiude la valvola, ma è ancora emergenza

Nella vicenda della marea nera in Scozia, oggi arrivano due notizie, una buona ed una cattiva. La buona è che la Shell è riuscita a chiudere la valvola che perdeva maggiormente e che ha sversato in mare 218 tonnellate di petrolio greggio. La cattiva è che per ripulire l’area ci vorranno ancora diverse settimane, anche perché c’è un secondo pozzo che perde, anche se quantità decisamente minori. Ma almeno è un buon inizio.

Le dichiarazioni iniziali della compagnia (“non sappiamo dov’è la perdita”) hanno fatto preoccupare il mondo, ed hanno fatto tornare il pensiero ad un anno fa, quando di questi tempi al largo delle coste americane i tecnici stavano combattendo contro la marea nera più devastante della storia. Quindi già il fatto che la valvola difettosa sia stata trovata e chiusa ci deve far tirare un sospiro di sollievo.

Sperare poi che la situazione si risolva in breve tempo, è davvero troppo. Le 218 tonnellate disperse (o 1.300 barili) infatti sono la stima dell’azienda, e non ci sorprenderemmo se fossero calcolate al ribasso. Per questo quel “ci vorrà tempo” annunciato dai tecnici per ripulire l’area un po’ ce lo aspettavamo. L’incidente, avvenuto nel fine settimana di Ferragosto, si calcola sia il peggiore degli ultimi 10 anni nella zona del Mare del Nord. Ma nonostante questo i portavoce del colosso anglo-olandese hanno affermato:
"la macchia dovrebbe disperdersi naturalmente, senza arrivare sulle coste [...] non ha avuto un impatto significativo sull’ambiente".

Di certo non ci si poteva attendere un’ammissione di colpa, le azioni legali partiranno senza dubbio e quindi l’azienda tende ad alleggerire la propria posizione di fronte all’opinione pubblica. Anche perché adesso dovrà impegnarsi nella chiusura del secondo pozzo che, dicono, rilasci “appena” 5 barili di petrolio al giorno, meno del precedente, ma sempre di un’azione devastante si tratta, anche perché dai primi dati pare che sia in una posizione più difficile da raggiungere. Intanto i primi effetti di questa chiazza nera di 31 km di lunghezza si sono già avuti: blocco della pesca nelle vicinanze e danni ancora incalcolabili alle diverse specie di uccelli migratori che, denunciano dalla Reale società britannica per la protezione degli uccelli (Rspb), proprio in questi giorni solcano quei mari.


21 agosto 2011

FONTE:
http://www.ecologiae.com/marea-nera-scozia-shell-chiude-valvola/47197/


Doppio articolo sul disastro ambientale che si sta verificando nel mare del Nord al largo della Scozia, disastro che segue di appena un anno e mezzo quello catastrofico del Golfo del Messico.
Comune denominatore è il petrolio, più precisamente quello che viene estratto dai fondali del mare attraverso l'utilizzo di piattaforme petrolifere. E' fin troppo evidente che questo sistema di estrazione del petrolio è molto insicuro e a costante pericolo di fuoriuscita del greggio in caso di incidente (cosa tutt'altro che rara) con conseguenze ambientali gravissime come quelle che si stanno verificando ora (e tristemente minimizzate dalla Shell). Cosa si può fare per evitare tutto ciò? La risposta a questa domanda per me sta a monte di tutto: finire con queste ricerche ed estrazioni smodate del petrolio, sopratutto nei mari e negli oceani, e impegnarsi sempre più a fondo nella ricerca e sviluppo di fonti alternative che possano sostituire il petrolio. Questo si deve fare, per il bene del nostro pianeta, degli ecosistemi e della salute dell'uomo.
Fatti come questi fanno rabbrividire e purtroppo tutti sappiamo già che questo non sarà l'ultimo. E a rimetterci sarà sempre la nostra cara Madre Terra e tutti i suoi abitanti, uomo compreso.

Marco

martedì 23 agosto 2011

Vita rovinata dalle antenne


“Ho dovuto cambiare casa, ho avuto un abbassamento del sistema immunitario, neppure 4mila
firme sono servite”


Caro Carlino,

dal marzo 2005 ho dovuto abbandonare la mia casa per i danni alla salute causati dalle radiazioni delle antenne per cellulari installate sul terrazzo del condominio a 38 metri da casa mia. Mia mamma, invalida di 85 anni, che abita nell'appartamento sottostante a parte qualche ora per i servizi più pesanti, è rimasta sola.

Io ho avuto un forte abbassamento del sistema immunitario e delle piastrine nonché un continuo prurito sulla pelle da non riuscire a vivere. L'ematologo dell'ospedale di Ravenna, secondo il quale (così ha certificato) la causa erano le onde dei ripetitori, mi ha suggerito, allora, di andarmene da casa per rifare gli esami dopo 7/8 mesi. Ora le mie condizioni fisiche sono normali ma lo stress dovuto ad un continuo nomadismo (alcuni mesi in una casa e poi in un altra, dormendo anche in macchina ed in una roulotte poiché gli affitti qui al mare d'estate sono altissimi) è incredibile. Se resto in zona è per mia mamma, che ha bisogno di sostegno e di cure.
Tribunale ed avvocati non sono serviti a niente poiché la legge dice che se non si superano i 6 Vm è tutto regolare.
Quattromila firme presentate al Comune di Comacchio non sono servite a nulla.
Ho fatto costruire una gabbia di metallo intorno al letto, che si è rivelata pressochè inutile dai rilievi fatti dal Cnr di Bologna, poiché la potenza è talmente alta da rendere vano qualsiasi tentativo di schermatura.
Poiché le antenne sono sulla mia testa dal 1999, ora io sono diventata talmente sensibile a quelle radiazioni da percepirle sulla pelle in maniera esagerata. Io vi allego la foto della gabbia che ho intorno al letto e che non serve a niente.
Ormai ho scritto a tutti, compresi i ministri e gli incaricati all'argomento.
Nel mondo ormai gli elettrosensibili sono talmente tanti da essere riuniti in un Comitato internazionale: eppure ancora le compagnie telefoniche pagano biologi e scienziati per avere relazioni rassicuranti sulla nocività delle onde elettromagnetiche, in disaccordo naturalmente con tutti coloro che in migliaia di modi e attraverso serie ricerche hanno e continuano a dimostrare la loro pericolosità. Io non ce la faccio più a vivere in questo modo. Vi domando a chi mi devo rivolgere ancora. Grazie per l'attenzione.

Giuliana Bonazza
(Porto Garibaldi)

11 settembre 2008

FONTE: Il Resto del Carlino




Dolorosa testimonianza degli effetti deleteri che può avere l'inquinamento elettromagnetico sulla salute delle persone.
Quella dell'Ipersensibilità Elettromagnetica è una delle piaghe della nostra società di oggi, una patologia che va quasi sempre a braccetto con la Sensibilità Chimica Multipla. E nonostante ciò continuano a sorgere nuovi ripetitori, antenne sempre più potenti, senza contare la sempre più larga diffusione del wi-fi. Non è una bella situazione e persone come Giuliana (e non solo lei) ne fanno le spese.
Forse per avere un mondo migliore bisognerebbe veramente avere il coraggio di fare qualche passo all'indietro.... ma chi è disposto a farlo?

Marco

sabato 20 agosto 2011

Inquinamento elettromagnetico. Che cos'è?


Per inquinamento elettromagnetico (conosciuto anche con il termine di "elettrosmog") si intende l'inquinamento da campi elettromagnetici (cem). Il campo e' il risultato della corrente e della tensione elettrica ed e' diviso in una parte elettrica ed una parte magnetica. Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza, la parte del campo più significativa e' quella elettrica, si puo' schermare con il metallo e si misura in volt/metro (abbreviato V/m). Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa e' quella magnetica che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza, 50/60 herz (abbreviato Hz, si pronuncia "erz") e di misura in microTesla (abbreviato µT) con uno strumento differente da quello per i V/m.

INFLUENZA DELL'INQUINAMENTO SUL CORPO UMANO

Per comprendere l’influenza dell’elettrosmog (ES) sull’organismo umano, è necessario avere presente come funziona il sistema elettromagnetico del corpo.
La prima informazione da fornire è che il DNA di ciascuna cellula del corpo, portatore del codice genetico, è anche un potente sistema ricetrasmittente.
Grazie a tale sistema ricetrasmittente, ogni cellula del corpo si connette con le altre, coordinando le reciproche attività sin dallo sviluppo fetale. Ciascuna cellula possiede lo stesso codice delle altre, ma ne attiva solo la parte relativa alla sua specifica funzione.
I miliardi di cellule che costituiscono il corpo assumono incombenze diverse, attivando solo la parte di codice ad esse pertinente. Tessuti così diversi come quello nervoso, epatico, splenico, linfatico, ematico, connettivale, renale, intestinale, ecc. sono costituiti da cellule aventi lo stesso codice, ma con una differente parziale attivazione di esso.
Ogni secondo nel corpo muoiono dieci milioni di cellule e in conseguenza di ciò, ogni secondo nel corpo devono riprodursi e attivarsi altri dieci milioni di cellule nelle stesse identiche proporzioni. Se tale meccanismo straordinario non funziona al 100% subentra inevitabilmente la malattia, la vecchiaia, la morte. Ciò è possibile solo con una complessa coordinazione e informazione reciproca di ogni parte del corpo, realizzabile solo grazie alla trasmissione di segnali elettromagnetici veloci come la luce (300000Km/s), scambiati fra tutte le cellule del corpo, informate istante per istante delle necessità dell’insieme dell’organismo. La velocità della trasmissione di via ematica di segnali ormonali, immunitari, enzimatici avviene a un massimo di circa 10 Km/ora, quella nervosa via cavo può giungere sino a dieci volte tanto (100 Km/ora), comunque velocità insufficienti per garantire adeguamenti praticamente istantanei delle attività del corpo.
Negli anni 20 del XX secolo, il biologo russo Gurwitsch scoprì che irradiando con una certa lunghezza d’onda del campo ultravioletto, colture cellulari, si incrementava la velocità di riproduzione cellulare.
Questi studi furono ripresi dal medico italiano Gentile, e in seguito da altre ricerche di numerosi ricercatori europei, portando nuove conferme all’assunto che le cellule potevano essere influenzate in modo specifico da radiazioni artificialmente prodotte o da radiazioni emesse da altre cellule.
Ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale cancellò il ricordo di quelle prime entusiasmanti scoperte e con le dure necessità legate al conflitto, prevalsero la chirurgia, la medicina d’urgenza, l’antibiotico-terapia e in generale la medicina basata sulla somministrazione di farmaci di sintesi, utili come salvavita.

I CAMPI FANNO MALE

Effetti a breve termine
Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell'uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni, che segue all'assorbimento dell'energia elettromagnetica. Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute. Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.

Effetti a lungo termine
Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni a campi di bassissima intensita'. Le esposizioni prolungate, che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto probabilmente all'interazione tra i messaggi elettrochimici dell'organismo e le onde elettromagnetiche. Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.

ANTENNE, RIPETITORI, RADAR

Nel 1996 è stato pubblicato il più grande studio epidemiologico, condotto dal dott. Stanislaw Szmigielski, finanziato dalla Comunità Europea, uno studio polacco sugli effetti delle radiofrequenze, i risultati sono chiari: aumenta il rischio per tutte le patologie indagate.
Nell'ottobre 1998 gli scienziati riuniti a Vienna per un congresso scientifico sugli effetti delle campi elettromagnetici a radiofrequenza concordano che gli effetti biologici delle esposizioni a bassa intensità sono scientificamente dimostrati. Aggiungono che si possono ancora trarre conclusioni attendibili sui livelli di esposizione innocui e sottolineano che è importante informare la popolazione sui siti, sui dati tecnici e sulle esposizioni, ed anche sullo stato della ricerca scientifica. Sui telefoni cellulari, gli scienziati dicono che dovrebbe essere fornita una sufficiente informazione sugli studi sanitari onde promuovere un più corretto uso del telefonino.
Nel giugno 2000 al congresso scientifico di Roccaraso, gli scienziati confermano le posizioni di Vienna e riconoscono che esiste una evidenza che l'esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza anche di bassa intensità (quelli delle antenne per la telefonia cellulare) può avere effetti negativi sulla salute: l'aumento dei casi di tumore, per esempio, l'aumento dei casi di disturbi cardiaci, riproduttivi, e neurologici. Questi effetti sono confermati dalle ricerche svolte negli ultimi 40 anni sulle cellule, sugli animali e sulle persone. Gli scienziati chiedono con urgenza che nella pianificazione della rete delle antenne per la telefonia mobile si raggiunga un valore di esposizione di 0,2 volt/metro e non si superi i 0,6 volt/metro. I consumatori devono essere informati sui livelli di esposizione quando usano un cellulare, anche con l'auricolare. Sempre nel giugno 2000, ma al congresso scientifico internazionale di Salisburgo, gli scienziati dicono che la costruzione di una antenna deve essere soggetta ad una procedura di autorizzazione con il coinvolgimento attivo della popolazione interessata e la valutazione delle fonti di inquinamento già esistenti. La stima sugli effetti biologici delle esposizioni a livelli bassi è difficile. Le raccomandazioni sui limiti precisi di esposizione sono solo indicative. Per la tutela della salute si raccomanda un valore limite provvisorio di esposizione di 0,6 volt/metro per la somma a campi modulati in alta frequenza e pulsanti a bassa frequenza come le antenne per la telefonia cellulare. La rassegna di studi più completa è stata raccolta dal dott. Neil Cherry che nelle conclusioni consiglia di non superare 0,2 volt/metro.
Nell'aprile 2001 l'Agenzia Regionale di Sanita' della Toscana ha studiato una gran parte dei lavori scientifici sui campi elettromagnetici ed ha concluso che il principio di cautela comporta che il livello di esposizione sia il piu' basso possibile compatibilmente con la tecnologia del settore.
Nel settembre 2002 gli scienziati riuniti a Catania confermano l'esistenza di effetti provocati dai campi elettromagnetici alcuni dei quali nocivi per la salute e consigliano di tutela la salute pubblica dai campi elettromagnetici.

LINEE E CABINE ELETTRICHE

Le indagini condotte su individui residenti vicino ad elettrodotti hanno accertato un aumento del rischio di ammalarsi. Sono state indagate molte patologie. La leucemia infantile, molto rara, è stata utilizzata per dimostrare definitivamente gli effetti biologici dei campi magnetici prodotti da elettrodotti e simili. Gli studi affermano che l'esposizione e' associata a incrementi dell'insorgenza di leucemie tra la popolazione infantile.
I rapporti del 1995 e del 1998 dell'Istituto Superiore della Sanità confermano che un esame degli studi scientifici depone a favore di un'associazione fra un'esposizione prolungata e la leucemia infantile. L'ultimo studio internazionale, pubblicato nel settembre 2000, finanziato dalla Comunità Europea afferma che il rischio di leucemia infantile raddoppia in prossimità di elettrodotti quando il campo ha valori uguali o maggiori a 0,4 microTesla. Sempre nel 2000 uno studio italiano del Registro Tumori di Varese ha stimato un rischio relativo di 4,5 in corrispondenza di livelli di esposizione superiore a 0,1 microTesla (µT).

Ai giorni nostri, la medicina ufficiale non vuole e non può occuparsi a fondo dei problemi posti dall’elettrosmog (ES) a causa di diversi motivi:

1. Per l’indirizzo prettamente farmacologico della ricerca insieme con l’opposizione delle grandi aziende delle comunicazioni, in particolare della telefonia mobile, che temono pregiudizialmente di poterne essere in qualche modo danneggiate. Ma timore e pregiudizio sono quasi sempre cattivi consiglieri, offuscando una visione obiettiva. Queste grandi aziende potrebbero al contrario appropriarsi di un ruolo guida nello studio e nella prevenzione dei danni da ES e nell’inarrestabile sviluppo della tecnologia e tener conto appropriatamente dei problemi di salute posti dalla tumultuosa crescita delle comunicazioni elettroniche.

2. A causa della mancanza di adeguati strumenti di indagine, cioè non può valutare le fini, (escludendo i danni da radioattività e i danni provocati dalla vicinanza degli elettrodotti, che sono già noti, in quanto derivanti da forti sorgenti radianti), ma continuative alterazioni create dall’ES, le quali, nel tempo, provocano danni consistenti, anche favorendo l’incremento delle altre cause patogene (microrganismi, inquinamento chimico e farmacologico, traumi fisici ed emozionali).

3. L’impiego della statistica dei grandi numeri allontana dalla individuazione e comprensione dei fenomeni più complessi, fra i quali vi è appunto l’ES unitamente alle geopatie.

LEGISLAZIONE

Varie leggi specificano i limiti per i campi elettromagnetici, vedi per esempio:

La legge quadro 36/01 prevede per le intensità dei campi:

(1) un limite di esposizione;
(2) un valore di attenzione;
(3) un obiettivo di qualità.

Il limite di esposizione è il valore che non deve mai essere superato per le persone non professionalmente esposte (quindi il pubblico).
Il valore di attenzione si applica, in pratica, agli ambienti residenziali e lavorativi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari. Sono quindi escluse, ad esempio, strade e piazze, per le quali si applica il limite di esposizione. L'obbiettivo di qualità è un valore che dovrebbe essere raggiunto nel caso di nuove costruzioni.

Per i campi ad alta frequenza (da 0,1 MHz a 300 GHz) il limite di esposizione previsto dal DPCM 199/2003 è compreso fra 20 V/m e 60 V/m a seconda della frequenza. Il valore di attenzione e l'obbiettivo di qualità sono invece di soli 6 V/m, valori molto più bassi di quelli previsti in altre nazioni fuori dalla UE. Trattandosi di campi ad alta frequenza non è necessario specificare a parte il valore del campo magnetico, essendo questo semplicemente proporzionale a quello elettrico. Da notare che questi valori si applicano alle stazioni radio base e non ai dispositivi mobili come i cellulari, per i quali non esiste una normativa. A titolo di esempio, un cellulare con una potenza tipica di 1 W crea un campo di circa 6 V/m a un metro di distanza e di 60 V/m a 10 cm.

Esistono sia limiti da misurare sul singolo impianto sia limiti puntuali che riguardano il campo totale, generato da più impianti. Tuttavia, non sono previste sanzioni per gli impianti che superano i limiti di legge, ma che contribuiscono a generare una somma di campi magnetici superiori al limite per un'area abitata. L'adeguamento degli impianti è imposto da province e regioni ed è a carico del titolare dell'impianto.
Per i campi a frequenza industriale (50 Hz) ossia quelli generati dalle linee elettriche e cabine di trasformazione, il DPCM 8 luglio 2003 n° 200 prevede un limite di esposizione di 100 µT per l'induzione magnetica e 5000 V/m per il campo elettrico; lo stesso DPCM fissa un valore di attenzione per l'induzione magnetica a 10 µT e per l'obbiettivo di qualità a 3 µT. Questi limiti vanno applicati, come per le alte frequenze, a tutti i luoghi ad alta frequentazione e dove si prevede una permanenza non inferiore alle quattro ore giornaliere ma, rispettivamente, per le condizioni preesistenti alla data di emanazione del DPCM e, relativamente all'obbiettivo di qualità, ai nuovi progetti successivi a tale data.

La legge attuale e' gia' superata.
I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono rispettivamente 50 e 15 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.

LEGISLAZIONI ESTERE

Stati Uniti
Il Telecommunications Act, approvato dal Congresso nel 1996, è la legge quadro vigente negli Stati Uniti per le tecnologie wireless. La legge, proposta dal senatore John McCain, alla sezione 704 (II) (B) (iv) della legge precisa che: “Nessun governo statale o locale può regolare il posizionamento, la costruzione e la modifica di servizi wireless privati sulla base degli effetti che le emissioni di radio frequenze possono avere sull'ambiente, nella misura in cui tali servizi sono conformi alle norme previste dalla Commissione in materia di emissioni”.
In questo modo, cittadini e governi locali sono stati privati della possibilità di bloccare la collocazione di ripetitori.
La Federal Communications Commission (FCC), ha il compito di fissare le norme per la riduzione del livello di disturbo di energia elettrostatica emessa da strumenti elettrici.

Situazione in Europa
Nello specifico panorama europeo, le attuali leggi vigenti adottate nei singoli paesi comunitari con specifiche direttive, sono particolarmente severe a vantaggio della popolazione esposta. Nel caso specifico delle onde non ionizzanti, emesse ad esempio da antenne radio-televisive o da antenne di stazioni radio base di operatori telefonici, il valore di attenzione, pari a 6 V/m, è notevolmente più basso rispetto ad altri paesi europei.
Ciò nondimeno, studi scientifici consiglierebbero di non superare i 0,6 volt/metro, quindi un valore 10 volte inferiore a quello previsto nei paesi comunitari.

CONSEGUENZE ECONOMICHE

L'elettrosmog comporta una svalutazione degli immobili e un calo degli affitti nelle zone interessate, per via della minore domanda abitativa e dei possibili effetti sulla salute.

INEFFICENZE DEL LIBERO MERCATO NELLE TELECOMUNICAZIONI

La competizione fra operatori nel mercato delle telecomunicazioni ha portato in molti Paesi all'esistenza di molte reti concorrenti, e a una proliferazione del numero di antenne e dell'impatto in termini di elettrosmog.
Tale modello risulta meno efficiente della costruzione di pochi impianti e infrastrutture condivise dai vari operatori, in termini di costi che ricadono sui consumatori, di impatto ambientale e paesaggistico, di effetti sulla salute, e di copertura della banda larga. A causa di questa "concorrenza" troviamo molte reti delle quali nemmeno una copre interamente il territorio italiano.
Segnali provenienti da impianti di eguale potenza e frequenza e ravvicinati nel territorio rischiano di creare interferenze, oscurarsi a vicenda e portare all'uso di potenze trasmissive crescenti. Simile problema si è incontrato negli anni '80 in Italia con la diffusione senza regole di radio, TV locali e stazioni radio ricetrasmittenti operate più o meno illegalmente da privati cittadini.

LIBERTA' DI ANTENNA ED ENTI LOCALI

Le normative in tema di elettrosmog tentano una conciliazione fra il diritto a costruire infrastrutture di questo tipo e la salute delle persone. Nel primo caso è garantita la libertà di iniziativa economica degli operatori e la "libertà di antenna".
La Costituzione italiana e quelle di altri Paesi affidano la gestione del territorio alle amministrazione locali. L'installazione di apparati di radiotelecomunicazioni è parte di queste scelte di gestione.
Un insieme di veti incrociati o il singolo divieto di un'amministrazione di attraversare il suo territorio rischia di bloccare la costruzione di importanti infrastrutture. Le scelte in alcuni casi sono dettate più dal parere degli abitanti-elettori del luogo che dall'interesse generale. A questi si contrappone la critica per cui da un lato si desidera un servizio, ma dall'altro nessuno vuole le strutture che lo rendono possibile.
A un modello che rispetta la responsabilità degli enti locali si contrappone un altro in cui il Governo àvoca completamente le scelte di sviluppo. Ciò è accaduto per la rete UMTS e negli Stati Uniti, dove le amministrazioni locali non possono opporsi all'installazione di antenne in luoghi di proprietà del demanio, anche se vicini ai centri abitati.
La scelta di una completa deregulation può dipendere da operazioni di lobbying dell'industria e da atti degli enti locali.
Un modello intermedio è quello in cui i governi fissano comunque dei limiti validi a livello nazionale.

COSA SI PUO' FARE PER RIDURRE L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO?

Nel caso delle antenne, il campo si può ridurre allontanandole dai luoghi in cui si vive, infatti il campo di un'antenna tipo si riduce a 0,5volt/metro a circa 500 metri dall'antenna e allontanandosi si riduce molto lentamente.
Antenne più intelligenti per le stazioni radio base, invece, potrebbero ridurre sensibilmente i livelli di inquinamento; alcune antenne infatti sono in grado di dirigere il fascio di onde solo nella direzione in cui ce n'è veramente bisogno. Per ridurre i livelli di inquinamento, comunque, basterebbe installare più antenne meno potenti, ciascuna dedicata a coprire un' area più piccola. Per farsi sentire da lontano, infatti, bisogna urlare di più.
E lo stesso succede con le telecomunicazioni: un corpo di antenne sparse in maniera capillare sul territorio può trasmettere il segnale con una potenza di gran lunga inferiore a quella necessaria a una sola che deve raggiungere la stessa porzione di spazio.

CONSIGLI UTILI PER LIMITARE L'ESPOSIZIONE ALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Se si acquista una casa:
vi sono linee elettriche aeree o cabine elettriche? (le cabine elettriche spesso sono al piano terra)
vi sono antenne fisse per la telefonia cellulare? vi sono radar? vi sono ripetitori radio o TV?

In casa vale la regola della distanza di un metro:
tenere apparecchi elettrici (segreteria telefonica, radiosveglia, ecc.) sul comodino ad almeno un metro di distanza dal letto (o usare apparecchi a pile); non dormire sotto una termocoperta accesa; insegnare ai bambini a stare ad una distanza di almeno un metro dallo schermo del televisore in funzione (anche per i videogiochi); evitare di sostare dietro il televisore anche se vi separa un muro (il campo e' piu' elevato nella parte posteriore e laterale del televisore); tenere lontani i bambini da forni elettrici e ferri da stiro in funzione; utilizzare la lametta al posto del rasoio elettrico; utilizzare il phon tenendolo il piu' possibile distante dai capelli (d'estate asciugarli naturalmente); mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dai termosifoni elettrici portatili; cercare di ridurne al minimo i tempi di funzionamento di elettrodomestici come tritatutto, tostapane, frullatori, ecc.; mantenere il cosiddetto babyphone ad una distanza di almeno un metro dalla testa del piccolo; alcuni modelli di apparecchi per aerosol emettono un campo elevato, cercare di rendere massima la distanza utilizzando il tubicino dell'aria piu' lungo; non posizionare il letto a ridosso di una parete che confina con un quadro elettrico (dove c'e' l'interruttore principale); nella camera da letto e' meglio se i fili elettrici non passano dietro la testata del letto; mantenere un metro distanza dallo schermo di un qualsiasi monitor; evitare di stare ai lati o dietro il medesimo (il campo e' maggiore); usare gli apparecchi elettrici con prudenza: per esempio accendere la stampante solo per utilizzarla; spegnere sempre gli apparecchi elettronici quando non si usano (compresa la spia del televisore); Stare almeno a mezzo metro dagli impianti hi-fi e limitare l'uso delle cuffie; non lavorare con il portatile sulle gambe; utilizzare un cavo dati anzichè il wi-fi per un gran volume di traffico nella rete domestica.

Fuori casa:
tenere lontani i bambini da cabine o linee elettriche, da antenne per la telefonia mobile, da radar, da ripetitori radio o TV.

Il cellulare nuoce gravemente alla salute:
evitare lunghi colloqui; possibilmente non usarlo all'interno dell'auto (utilizzare il vivavoce); spegnere il cellulare di notte; persone con stimolatori cardiaci o altri impianti elettronici dovrebbero mantenere una distanza di sicurezza di almeno 30 cm dal cellulare.

FONTI: naturalismedicina.it (a cura del Dott. Flavio Gazzola), verdinrete.it, wikipedia.org

venerdì 19 agosto 2011

Arrivano le antenne-spia. Scempio Usa in Sicilia

Niscemi si Ribella. La giunta Pd-Mpa chiude un occhio: lavori al via anche se manca il nulla osta del Comune

Catania – Niente ombrelloni, pinne e occhiali, gli americani sotto Ferragosto hanno iniziato i lavori delle mega-antenne militari ad altissima frequenza a Niscemi, nel cuore della Sicilia, in provincia di Caltanissetta. La gente è all’oscuro di tutto, immense parabole basculanti e una grande colata di cemento stanno cambiando il volto della monumentale sughereta di contrada Ulmo, un sito d’importanza comunitaria, dove gli agricoltori non possono realizzare muretti in cemento né stradine di servizio. Le foto che il Fatto può mostrare, scattate dal consigliere comunale di Niscemi Massimiliano Ficicchia, rappresentano la prova che lo “scempio” è iniziato.

Nella calura estiva il fresco dei sugheri secolari ha lasciato spazio a centinaia di Tir e motopale che si aggirano rivoltando il terreno per piantare pilastri di ferro e cemento. Al posto dei muretti a secco adesso c’è un reticolato con un grande cartello: “Warning – U.S. Navy Installation – Installazione militare della Marina statunitense”.

Qui si gioca con la salute dei cittadini”, incalza il consigliere Ficicchia che per protesta è uscito dalla maggioranza targata Pd-Mpa, che sarebbe “distratta”, anche se il sindaco Giovanni Di Martino in passato è stato sempre in prima fila durante cortei e manifestazioni. Tutto iniziò nel 2001 con un accordo bilaterale tra gli Usa e l’Italia siglato dal governo Berlusconi e ratificato nel 2006 da Romano Prodi con una clausola: la Regione Sicilia doveva dare il nulla osta. Con un decreto del 2007 la competenza per il rilascio della Valutazione Impatto Ambientale è passata al Comune di Niscemi. Il primo nulla osta è stato annullato, il secondo non è stato concesso, secondo il consigliere Ficicchia, presidente della commissione consiliare sull’antenna Muos (Mobile User Object System), i lavori non potevano iniziare. C’è il rischio, secondo il dossier del comitato No-Muos, della “violazione degli accordi bilaterali”.

Il portale nomuosniscemi.it contiene in apertura il volantino di battaglia del 2010 e un dossier corredato da numerose ricerche che sottolineano come “le esposizioni a lungo termine di campi elettromagnetici ad altissima frequenza, anche se non eccessive ma prolungate nel tempo, possono produrre insorgenze tumorali agli organi riproduttivi e leucemie”. Addirittura il fascio delle potenti antenne elettromagnetiche rispetto ai centri abitati sarebbe “sopra i limiti della legge 36/2001: 135 km”. Ma non è tutto visto che al mondo esistono soltanto tre installazioni di antenne Muos e gli americani hanno pensato bene di piazzarle al centro di luoghi desertici della Virginia, delle Hawaii e in Australia.

Le tre antenne basculanti in questione hanno ciascuna un diametro di 20 metri, la cementificazione riguarda un’area di 2059 mq della foresta protetta di Niscemi, “i campi elettromagnetici prodotti – si legge nel dossier No-Muos – vanno a interferire con qualunque apparecchiatura “elettrica”, inclusi by-pass, sedie a rotelle, pace-maker”. Non a caso, la costruzione del Muos era stata prevista inizialmente presso la base americana di Sigonella a Catania, ma poi, per evitare interferenze, l’operazione è stata spostata a Niscemi.

Oltre allo spettro dell’inquinamento elettromagnetico il vero nodo è rappresentato dai rapporti Italia-Usa. Mentre i militari hanno delimitato l’area protetta, i vertici delle istituzioni sono silenti, per non parlare del governo nazionale e di quello regionale guidato da Raffaele Lombardo, leader dell’Mpa, lo stesso partito in cui milita il consigliere Ficicchia, che spiega: “Mi aspetto una presa di posizione chiara da parte di Lombardo ma anche da parte del sindaco di Niscemi del Pd che è suo alleato. Il ricorso al Tar deve essere fatto immediatamente, gli americani hanno semplicemente comunicato l’inizio dei lavori al Comune, è uno scandalo. Dov’è finito il necessario nulla-osta dell’ufficio tecnico? Mi rendo conto che la questione è politica e di livello nazionale”. L’appuntamento è per il dopo Ferragosto con l’organizzazione di una nuova grande manifestazione.

14 agosto 2011

FONTE: ilfattoquotidiano.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/16/arrivano-le-antenne-spia-scempio-usa-in-sicilia/151517/


Questo articolo dimostra tristemente come gli interessi militari-economici prevalgano su tutto e tutti e questo a maggior ragione se di mezzo ci sono gli Stati Uniti, troppo grandi e potenti e troppo importante averli come amici e alleati per negare loro qualsiasi cosa essi vogliano fare. E così sono iniziati i lavori di installazione delle loro immense parabole basculanti senza aspettare neppure il nulla-osta dell'ufficio tecnico, incuranti dell'enorme inquinamento elettromagnetico che ne deriverà, di cui naturalmente saranno sopratutto le persone che abitano nelle vicinanze a pagare il prezzo maggiore. Lo "scempio" è davvero iniziato.... prepariamoci ora a pagarne le dolorose conseguenze.

Marco

mercoledì 17 agosto 2011

Anna Lisa: il mio blog per combattere il cancro


Scoprire di avere un tumore a trent'anni, combatterlo con determinazione e contrastarlo con la blogterapia.
È questa la storia di Anna Lisa Russo. Una grinta e una forza invidiabili, un amore per la vita e per il mondo, per la famiglia e per gli amici che la fanno sentire, nonostante tutto, una donna fortunata.
Anna Lisa sogna "un bed & breakfast e una fattoria con due asinelli, due caprette, due maiali, due mucche, due papere, due pappagalli, due pecore, due conigli, due cinghiali, tante galline, tanti gatti, due cani e tante, tantissime api". Ha le idee chiarissime su cosa sia il dolore, su come lo si possa combattere e su come le amicizie e i rapporti umani possano essere la cura. Scrive benissimo, ha un blog (http://annastaccatolisa.splinder.com/) che aggiorna quotidianamente e da poche settimane collabora con La Stampa. Ama i punti esclamativi e la punteggiatura e per questo, nell'intervista che state per leggere, abbiamo mantenuto intatto quel suo stile spontaneo e vitale.

Fate attenzione, si chiama Anna -staccato- Lisa. Se sbagliate sono guai.


La mia vita di prima

Iniziamo dal passato, dalla tua vita prima dell'arrivo della malattia.

Prima della diagnosi ero una trentenne come tante: mi ero laureata, lavoravo, mi divertivo, viaggiavo, frequentavo locali. Avevo appena chiuso una storia durata undici anni e attraversavo un periodo di puro divertimento.
“Chi in gioventù non ha fatto i suoi atti… in vecchiaia cose da matti!” era il mio motto in quel periodo. 
Chi ci pensava alla malattia? 
Mai e poi mai avrei immaginato di avere a che fare col cancro. La mia vita era già stata abbastanza difficile e pensavo, speravo che non avrei più dovuto affrontare niente di terribile.
 Mio fratello è morto a 19 anni in un incidente sul lavoro, avevo 22 anni. Poi i miei si sono separati. Abbiamo perso la casa a causa di mio padre, col quale non ho più nessun tipo di rapporto dal 2001. Insomma, un caos.
Però sono sempre riuscita a reagire, ad andare avanti. E nel 2008 la prima diagnosi… Mannaggia! Una legnata fra capo e collo. E chi aveva mai avuto a che fare col cancro? Io no di certo!

Dal cancro al blog

Da quel momento immagino tu abbia cominciato a girare tra ospedali, visite e dottori. Che rapporto hai sviluppato con le cure e i medici?

Da allora ho frequentato una marea di dottori, oncologi, chirurghi, infermieri, volontari, ospedali e con tutti loro si è sviluppato un rapporto bellissimo. Io sono stata e sono tuttora in cura in tre ospedali diversi: Pisa, Livorno e Modena e in tutti e tre i posti mi sento a casa, giuro!

In che momento e perché hai deciso di affidare le tue parole a un blog?

Il mio blog è nato prima della diagnosi. Già raccontavo la mia vita e mi è venuto spontaneo continuare a farlo. Anzi, il blog mi è stato molto d’aiuto. Mi sfogavo, condividendo quel che mi succedeva mi alleggerivo un po’ di tutto il dolore e la fatica che provavo.


Io e le altre cancer bloggers


Perché ti ritieni, nonostante tutto, "fortunata"? Nel tuo blog dici di essere "una malata coccolata, viziata, amata"

Ho una marea di amici veri: col blog riuscivo e riesco ad aggiornare tutti sul mio stato di salute… comodo, no? E sì, mi sento veramente fortunata, te lo giuro: sono malata, è vero, ma sono circondata da tante persone che mi amano e che condividono con me la malattia.

Ho la mamy, ho il mio Qualcuno (il nomignolo che dà al suo ragazzo, ndr) che non mi lasciano un secondo da sola. Ho un sacco di amici che non mi mollano un attimo. Ho il blog e i lettori del mio blog e, credimi, la blogterapia è stata veramente un aiuto incredibile nei momenti più difficili. Non potrei farne a meno. Non rinuncerei alla chemio, a tutte le terapie che mi vengono prescritte, ma non rinuncerei mai e poi mai nemmeno alla blogterapia.
Condividere, condividere, condividere.

Tu partecipi, insieme ad altre blogger che raccontano la malattia, a un progetto web comunitario, Oltreilcancro.it Da chi è nata l'idea di Oltreilcancro?


Oltreilcancro.it è nato da un’idea di alcune cancer bloggers: la sottoscritta AnnastaccatoLisa, widepeak, sissitogo, Rosie, Giorgia, Mia, ZiaCris, Juliaset, e Milva.

L'importanza di condividere


Attraverso il tuo blog sono arrivate richieste di aiuto e consigli da parte di lettrici colpite dal tumore?

Mi sono arrivate moltissime richieste di consigli, aiuti e suggerimenti da parte di donne a cui è stato diagnosticato un cancro. Mi hanno chiesto consigli su come affrontare la chemio o su come risolvere alcuni effetti collaterali. Tante donne mi hanno scritto soprattutto per raccontarmi la loro storia. Non volevano consigli, ma dirmi soltanto che anche loro c'erano passate o ci stavano passando. E tante, tante persone mi hanno ringraziata per il blog, perché in qualche modo gli è stato d'aiuto per affrontare la malattia propria o di un familiare. Bello no? Questa cosa mi riempie di gioia!


Come giudichi l'informazione e il livello di attenzione sul cancro in Italia? È poco affrontato o ti sembra che riceva le giuste attenzioni?


In Italia si parla ancora troppo poco di cancro, è una parola che spaventa. I malati stessi spaventano. Hai mai visto in tv qualche paziente brutto e spelacchiato a causa della chemio? Hai mai visto qualche giovane parlare della propria malattia? Io no.

C'è bisogno di informazione, di condivisione. Perché il cancro c'è, esiste e colpisce sempre più persone.

Il cancro e la femminilità


Che cosa è successo al tuo corpo, alla tua femminilità, con la malattia?

La mia femminilità è stata a dir poco danneggiata dal cancro. Ho subìto due mastectomie e ancora non ho finito con la ricostruzione dei seni, la menopausa è arrivata a trent'anni con tutto quello che comporta.
Ho affrontato la perdita dei capelli, delle ciglia e delle sopracciglia e ho dovuto sopportare l'essere completamente calva. Peso 25 kg in più e il mio corpo è pieno di smagliature viola che sembrano frustate a causa del cortisone che prendo da due anni e mezzo. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi. Questo ti dà la malattia. Anche questo.

di
Chiara Levi

FONTE: alfemminile.com
http://www.alfemminile.com/benessere-salute-benessere/blog-contro-cancro-d20443.html


Dopo l'articolo dell'altro giorno, del matrimonio di Anna Lisa avvenuto nella chiesa dell'ospedale dove è ricoverata, posto oggi con molto piacere questa bella intervesta rilasciata sul sito www.alfemminile.com, nella quale Anna Lisa parla di lei, della sua malattia, del suo blog e del rapporto che ha con altre malate come lei.
Non mi stancherò mai di dirlo.... rimango veramente sorpreso, stupito, della positività con cui Anna Lisa affronta il brutto male che ha, al punto da ritenersi persino una persona "fortunata". Quello che Anna Lisa ci da è un grandissimo esempio di forza, perseveranza e ottimismo nell'affrontare le difficoltà della vita, anche le peggiori come quella del tumore. Ricordiamoci di questo esempio quando dovremo affrontare le nostre piccole e grandi battaglie della vita, ricordiamoci che, anche se difficile (inutile negarlo), è persino possibile sorridere nelle prove e ritenersi anche fortunati. Questo è ciò che Anna Lisa ci dice e ci insegna col suo esempio luminoso.

Marco

martedì 16 agosto 2011

La storia: Annalisa, in lotta con la malattia, si sposa in ospedale

Una ragazza di 32 anni come tante, che lotta contro il male: non rinuncia all'abito bianco. E l'hospice della struttura ospedaliera diventa teatro del grande banchetto nuziale


Livorno - Una chiesa, una coppia, 180 invitati, musica, bomboniere, bouquet, rinfresco, una torta nuziale di sette piani. La chiesa sara' quella dell'ospedale di Livorno e la sposa arrivera' su una sedia a rotelle ornata da un fiocco bianco. La donna e' malata di tumore ed e' ricoverata all'hospice di cure palliative. Il matrimonio e' in programma oggi. Ne ha dato notizia la stessa sposa: si chiama Anna Lisa, ha 32 anni ed e' toscana. Da tempo cura un blog in cui racconta la sua convivenza con il piu' brutto dei mali, un racconto che ha avuto un suo spazio sull'edizione online de 'La Stampa'. ''Non ci sono cure, non ci sono terapie per il mio cancro - scrive - Posso solo sperare di cronicizzare la malattia, di conviverci. E quindi continuo a lottare, continuo a condividere, continuo a raccontare la malattia sul mio blog e continuo a considerarmi una malata coccolata, viziata, amata e fortunata. E se la 'bestiaccia' e' cosi' vivace... Beh, io lo sono di piu'''. 'Anna staccato Lisa', cosi' si presenta, nel blog racconta di aver ricevuto la proposta di matrimonio dal fidanzato per San Lorenzo e di aver organizzato tutto in tre giorni. ''Ho riflettuto, ho pianto, ho avuto l'ennesima riconferma di essere una persona fortunata - ha scritto Anna Lisa - perche' qualcuno mi ama, mi ama fortemente, sinceramente e totalmente. E piangendo l'ho stretto a me e gli ho detto si'''. Anna Lisa ha festeggiato l'addio al nubilato nella stanza del reparto con la mamma (che la accompagnera' all'altare) e alcune amiche, poi, visto che non c'era tempo, non ha spedito partecipazioni agli invitati, ma sms. L'unico segreto, naturalmente, resta l'abito della sposa. ''Altro da dire? - si chiede sul blog Anna Lisa - No, per il momento no. Non sono agitata, sono felice, orgogliosa, divertita, fiera, entusiasta, innamorata''.

15 agosto 2011

FONTE: lanazione.it
http://www.lanazione.it/cronaca/2011/08/15/563102-storia_annalisa_lotta_malattia.shtml


Veramente meraviglioso questo articolo, come MERAVIGLIOSA è la vivacità, la voglia di vivere, l'ottimismo che traspaiono dalle parole di Anna Lisa (Anna staccato Lisa... lei ci tiene che venga scritto bene!), una ragazza di 33 anni colpita dal male dei mali: tumore con metastasi. La condizione di Anna Lisa indurrebbe a pensare a tutto tranne che ad essere positivi e propositivi.... invece lei non si è fatta schiantare da questo terribile male e vive le sue giornate da malata in ospedale con una positività e una verve che lasciano davvero sbalorditi! Lei non sa quello che sarà il suo futuro, se migliorerà, se peggiorerà, se il suo male si cronicezzerà o se, se... sì, bisogna anche dirlo... se morirà. Lei non lo sa e vive di conseguenza alla giornata, attorniata dall'amore della sua famiglia, dai suo (tanti) carissimi amici e delle persone che la accudiscono in ospedale, facendola sentire, per usare le sue stesse parole "una malata coccolata, viziata, amata e fortunata". E in tutto questo è arrivata anche la proposta di matrimonio da parte del suo fidanzato, un matrimonio che si è tenuto ieri, nella giornata di ferragosto, dopo 3 giorni di fervidi preparativi.

Invito tutte le persone che leggeranno questo post ad approfondire la storia di Anna Lisa andando sul suo bellissimo blog ( http://annastaccatolisa.splinder.com/ ), nel quale scrive tutto quello che le succede, aggiornando volta dopo volta il suo stato. Io l'ho fatto, ed è proprio leggendo i suoi post che ho scoperto l'incredibile carica vitale che sostiene questa persona, una vitalità che le consentono di sorridere alla vita nonostante le durissime prove che essa le propone.
Grazie Anna Lisa e tanti auguri per tutto.... qualsiasi sarà il tuo futuro, so già che lo affronterai con la vivacità che ti contraddistingue e con il sorriso sulle labbra.

Marco

lunedì 15 agosto 2011

Se lo Stato non assiste il malato che vuole vivere

Una signora romana affetta da Sla in stadio avanzato non chiede l'eutanasia ma l'assistenza per andare avanti. Ma le istituzioni sono assenti e i suoi ex colleghi si tassano per pagarle le cure. La battaglia della figlia per obbligare la Asl a provvedere

di Carlo Chianura

ROMA - C'è un caso Welby alla rovescia: una signora romana, ex dirigente di banca e gravissima per uno stato avanzato di Sla, al contrario di Giorgio Welby vorrebbe vivere e non morire. Senonché - nel paese in cui il premier ha scritto che si vergogna per non aver saputo evitare la morte di Eluana Englaro - le istituzioni non le garantiscono assistenza adeguata. E allora succede che gli ex colleghi si tassino per sostituirsi alle manchevolezze dello Stato che pure vorrebbe difendere la vita. Ma, questa volta è proprio il caso di dirlo, c'è un giudice a Berlino: la figlia della ammalata si è rivolta alla magistratura e la sentenza appena uscita dice che la donna avrà da ora in poi diritto all'assistenza 24 ore su 24.

Situazione disperata. La parte finale di questa storia comincia quando la figlia di Giovanna Mancia decide di andare a parlare con l'avvocato Alfonso Amoroso, legale della Federazione per il superamento dell'handicap (Fish) e vincitore in passato di altri processi simbolici in difesa dei diritti dei disabili. Chiara, la figlia, fa presente all'avvocato una situazione disperata: la madre è dal 1997 totalmente non autosufficiente a causa della sclerosi laterale amiotrofica e la situazione è costantemente peggiorata. Al contrario di Welby e di molti altri, non è riuscita negli anni neanche a ottenere dalla Asl uno di quei computer per comunicare. La famiglia si è arrangiata costruendo una lavagnetta con le lettere dell'alfabeto: quando Giovanna strizza due volte gli occhi su una lettera, vuol dire che è quella giusta e così chi le sta accanto ricostruisce a fatica le parole.

L'aiuto dai colleghi. Chiara è l'unico punto di riferimento della madre che da Comune e Asl riceve dodici ore di assistenza giornaliera: tante in assoluto, del tutto insufficienti in relazione alla malattia di Giovanna. Ci sarebbe un'alternativa: andare in un istituto, lasciare la propria casa. D'altro canto, non è così che lo Stato affronta e risolve con esborsi decuplicati stati di malattia che potrebbero essere affrontati a casa propria? Né bastano i soldi che Giovanna è costretta a spendere per l'assistenza notturna, almeno 150 euro per notte. Tanto che gli ex colleghi della banca - e qui si apre un bellissimo caso di solidarietà - decidono di tassarsi per contribuire alle spese mediche e infermieristiche. "Per Comune e Asl", ragiona amara Chiara, "questi ammalati sembrano vuoti a perdere. Esseri senza diritti".

Un diritto riconosciuto. L'avvocato Amoroso valuta che bisogna rivolgersi alla magistratura. Viene investita del caso la giudice Irene Ambrosi, della sezione lavoro del Tribunale di Roma. E Ambrosi dà ragione a Giovanna e, assieme alla ragione, anche la certezza che sarà da ora in poi assistita in casa come è suo diritto. Fondamento della sentenza è l'applicazione di un diritto riconosciuto dall'articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti dei disabili, che l'Italia ha ratificato nel 2009. Vi si legge che "le persone con disabilità devono avere la possibilità di scegliere, sulla base di eguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione abitativa".

Una sistemazione "inviolabile". Già, poiché è essa stessa strumento necessario per la tutela del diritto alla salute e per la tutela della personalità all'interno delle formazioni sociali, con specifico compito per lo Stato di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che possono impedire il pieno sviluppo della persona umana, come stabiliscono gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione. Questi stessi diritti, ricorda la giudice Ambrosi, sono garantiti inoltre dal Trattato di Lisbona e da numerose sentenze della Cassazione. Regioni, Comuni e azienda sanitarie non possono invocare l'insufficienza delle rispettive disponibilità finanziarie poiché questo significherebbe "arrecare pregiudizio a un bene primario e fondamentale qual è quello della salute della disabile", in quanto tale definito "diritto soggettivo perfetto" dalla Cassazione a sezioni unite.

Quell'avverbio: "Finalmente". Una sentenza che rappacifica con le istituzioni e con l'idea che molti articoli della Costituzione non siano stati scritti invano. Giovanna è una donna tenace: vuole vivere. Sulla lavagnetta ha composto un avverbio: "Finalmente". E Chiara ha riconosciuto sul viso della madre l'impronta inconfondibile di un sorriso.

05 aprile 2011


FONTE: repubblica.it
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/05/news/caso_sla_mancata_assitenza-14512604/?rss



Bella storia di tenacia, volontà, voglia di vivere, solidarietà e Amore.... una storia che ha un lieto fine: Giovanna Mancia, malata grave di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e tenacemente ancorata alla vita, grazie alla figlia Chiara, agli ex compagni di lavoro e al suo avvocato, ottiene di poter vivere in casa propria con un assistenza di 24 ore al giorno. E' una di quelle storie, questa, che ti mette in pace con il mondo e che ti fa capire che, come lo stesso articolo riporta, "molti articoli della costituzione non sono stati scritti invano". E auguriamoci che possa sempre essere così.

Marco