martedì 25 ottobre 2011

Dove c’è Barilla. L’inceneritore aliterà sulla pasta più conosciuta al mondo.


Dopo 97 giorni di stop, il TAR ha comunicato la decisione sulla sospensiva dei lavori al cantiere di Ugozzolo. Il cantiere verrà riaperto e ci preme attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su dove effettivamente verrà costruito quella che a nostro parere è un’opera evitabile. Negli ultimi mesi molto si è discusso sulla stampa e sul web sui pro e contro dell’inceneritore di Ugozzolo e il dibattito si è infervorato non poco.

Non sono tanti però i cittadini di Parma che hanno presente dove è stato deciso di costruire un inceneritore rifiuti da 130.000 tonnellate. In questa pagina web (http://www.gestionecorrettarifiuti.it/pano/panorama/Panorama.html) diamo la possibilità a chi ancora non sia andato in pellegrinaggio a Ugozzolo, di capire di che cosa parliamo e di fare mente locale su dove sta crescendo il camino. Esattamente, dove c’è Barilla.
Parafrasando lo slogan dell’azienda orgoglio della nostra terra, vogliamo rendere percepibile e reale, utilizzando anche gli strumenti del mondo virtuale, il fatto che l’inceneritore sta per essere costruito, appunto, dove c’è Barilla. Il 1° settembre siamo andati sul cavalcavia di via Burla, abbiamo scattato una serie di fotografie per riprendere a 360° l’area circostante e rendere evidente che, a soli 1300 metri da una delle aziende più importanti del nostro Paese, sta per essere messo in funzione un forno inceneritore. Questo impianto erutterà 144.000 metri cubi all’ora di fumi da combustione contenenti anche diossine, furani e metalli pesanti, per 8 mila ore all’anno.

Una follia. Le tonnellate in più di PM10, il famigerato particolato fine, saranno 3,2, rappresentando solo un bilancio emissivo parziale a cui saranno sottoposti i fortunati 1800 dipendenti del mulino bianco che ogni giorno si recano a lavorare nello stabilimento di Pedrignano. Quest’area, fortemente antropica e produttiva, è stata considerata, dai miopi redattori del progetto del Paip, “a bassa densità abitativa”. Secondo alcune stime prudenziali accoglie invece, nel solo raggio di 2 km dal camino, quasi 10.000 lavoratori, di aziende grandi, e di aziende piccole (SPIP, Chiesi, Barilla, 3 caseifici del Parmigiano-Reggiano, solo per citarne alcune).

L’inceneritore è stato costruito dove c’è Barilla. Un’azienda multinazionale italiana del settore alimentare, leader mondiale nel mercato della pasta, fondata nel 1877, con 49 siti produttivi in 10 Paesi diversi nel mondo e con un fatturato di 4,17 miliardi di euro. Un marchio ed una reputazione riconosciuta in tutto il mondo, prima in Italia in una ricerca fatta dal Reputation Institute di New York sulle prime 600 aziende al mondo per fatturato, al 19° posto nel mondo e prima assoluta tra le aziende alimentari. Un marchio ed una reputazione costruiti con fatica dalla famiglia Barilla e dai suoi dipendenti, che oggi rischiano di veder andare letteralmente in fumo secoli di lavoro e di impegno, al primo segnale di malfunzionamento dell’inceneritore. Un impianto che continua ad essere venduto come perfetto, ma che mostra, nei territori dove è stata adottata una simile tecnologia, storie di sequestri, chiusure, procure in allarme, sversamenti di diossine 14 volte oltre i limiti, come nel caso dell’inceneritore di Pietrasanta, rinnovato secondo le BAT (Best Available Technologies) nel 2007. Noi ci continuiamo a domandare perché. Perché, alle porte della Food Valley, oggi, nell’ottobre 2011, ci siano ancore amministratori locali convinti che quella di costruire l’inceneritore “Dove c’è Barilla” sia una scelta giusta.

E non troviamo la risposta.

15 ottobre 2011

FONTE: reti.ilcambiamento.it/gestionecorrettarifiuti/
http://reti.ilcambiamento.it/gestionecorrettarifiuti/2011/10/15/dove-ce-barilla-linceneritore-alitera-sulla-pasta-piu-conosciuta-al-mondo/


E' bene che tutti sappiano dove si sta realizzando l'inceneritore di Parma!
Gli inceneritori, non mi stancherò mai di ripeterlo, non risolvono il problema dei rifiuti ma, anzi, bruciarli è il peggior sistema, il più inquinante e deleterio per l'ambiente e per l'uomo, che potrebbe esistere per trattarli. Scegliere poi di bruciarli a 2 passi dalla Barilla, da 3 caseifici produttori del celebre formaggio Parmigiano-Reggiano, da zone industriali con tante grandi e piccole aziende e quindi, con tanti lavoratori che vi passano gran parte della propria giornata, è una cosa assurda, addirittura FOLLE! Come si sia potuto partorire un simile progetto in una zona come questa (che oltretutto, è bene ricordarlo, è proprio alle porte della città) è un vero mistero, perchè, in tutta franchezza, peggio di questo posto c'era solo il centro della città.

Io dico solo una cosa..... se questo forno andrà in funzione, tutte le persone che lo hanno voluto, che lo hanno avvallato, che lo hanno difeso, sono tutti, e dico TUTTI, responsabili dei danni che questo "mostro" causerà.... danni all'ambiente, danni alla salute di una moltitudine di persone (come è per tutti gli inceneritori, senza eccezzione), danni anche all'immagine della città, perchè Parma, sede della Food Valley, culla della Barilla, della Parmalat, del Parmigiano-Reggiano, del Prosciutto di Parma, della buona cucina in generale, tanto da essere stata dichiarata la città "culinaria" per antonomasia in Europa, avrà un ENORME DANNO DI IMMAGINE e quindi, di conseguenza, anche economico.
Tanta gente (io per primo), non fidandosi più, smetterà di comprare i prodotti culinari di Parma che tanto hanno contribuito a rendere conosciuta questa piccola città in tutta Europa e in tutto il mondo, e di tutto questo i soli e unici responsabili saranno i fautori di questo assurdo, obsoleto, inquinante, antieconomico progetto.
Altro che Mulino Bianco..... Mulino Grigio si dovrà chiamare, grigio come i fumi che usciranno dall'inceneritore e che anneriranno la grande industria alimentare, così come tutte quelle circostanti, così come il futuro dell'intera città e dei loro abitanti. Grigio come le coscienze di tutti coloro che hanno voluto questo assurdo inceneritore.

Marco

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