venerdì 20 luglio 2012

“Avvelenata dai pesticidi, lascio casa”

 
Rosy Zampieri: “Sono prigioniera dei vigneti e senza tutele”. Segnalazione all'Usl 7 e al Comune

CONEGLIANO - Prigioniera dei vigneti che circondano la sua casa, Rosy Zampieri ha deciso di trasferirsi per non aggravare le sue condizioni di salute. Rosy aveva deciso di raccontare la sua storia circa un mese fa, attraverso le pagine del nostro giornale, per denunciare una situazione che non è la sola a subire. Rosy vive sulla collina di Scomigo, immersa nel verde e anche se sembra una posizione invidiabile, in realtà per molti mesi all'anno deve chiudersi dentro casa oppure uscire con la maschera per non respirare l'aria intrisa di fitofarmaci. I proprietari dei vigneti che confinano con la sua proprietà sono piccoli viticoltori con i quali Rosy ha cercato di trovare un accordo affinchè limitassero i trattamenti o almeno li facessero quando lei non è in casa. Rosy è andata ad abitare in quella casa, che ha ereditato dalla sua famiglia, nel 2000. Intorno c'erano soltanto prati e alberi. “In 10 anni sono stata accerchiata dai vigneti – ci aveva raccontato – Ogni volta che l'atomizzatore passa tra i filari, cominciano i disturbi: bruciore alla gola, alle labbra, agli occhi. Certe volte mal di testa, nausea, dipende dal prodotto che usano”. Rosy è stata al pronto soccorso, si è rivolta all'Uls 7, ha chiesto l'intervento della polizia locale ed è stata ricevuta anche dal sindaco Zambon. “Sembra che nessuno possa fare nulla – dice – che non sappiano cosa fare”. Così dal 1 luglio Rosy si è trasferita, ha preso un appartamento in affitto perchè la situazione non era più sostenibile. “Il medico mi ha detto che ho subito uno stress psico-fisico notevole – spiega – e per non ammalarmi del tutto, ho deciso di trasferirmi almeno nei mesi più critici, quando l'aria è irrespirabile”. Le regole sull'uso dei fitofarmaci ci sono e sono contenute nel regolamento di polizia rurale e nel protocollo viticolo del Consorzio di tutela del Prosecco Docg. “Però non vengono fatti i controlli – dice Rosy – e mentre le medie e grandi aziende viticole stanno iniziando a capire la problematica, i piccoli produttori no”. E allora la gente che subisce tali situazioni è costretta ad autotutelarsi, anche allontanandosi da casa propria.

di Elisa Giraud

FONTE: Il Gazzettino di Treviso


Questo articolo è il seguito di quello pubblicato poco più di un mese fa (http://marco-lavocedellaverita.blogspot.it/2012/06/io-avvelenata-dai-fitofarmaci.html), ed è veramente triste vedere come si è evoluta la situazione di Rosy Zampieri, costretta a "fuggire" da casa per lunghi periodi per evitare le esalazioni nocive dei pesticidi.
Purtroppo sono sempre i più "deboli" a rimetterci, ovvero i malati.... e chi ha il coltello dalla parte del manico, in questo caso gli agricoltori che irrorano le proprie colture con pesticidi di ogni genere, agiscono indisturbati. Non ce l'ho nello specifico con gli agricoltori (i quali, però, dovrebbero essere consapevoli del fatto che certe sostanze chimiche sono nocive per l'ambiente e per la salute dell'uomo e quindi, in coscienza, dovrebbero regolarsi di conseguenza), quanto piuttosto con chi permette cose del genere. Occorrerebbero controlli più ferrei e regole più severe, altrimenti situazioni come quelle di Rosy si moltiplicheranno sempre più, sempre senza dimenticare che l'uso di pesticidi è SEMPRE e comunque dannoso per tutti, senza eccezioni.

Marco

Nessun commento:

Posta un commento