giovedì 6 settembre 2012

Intervista a Martina Caironi, stella italiana delle Paralimpiadi di Londra


Martina Caironi, velocista e saltatrice in lungo, ha subito l'amputazione alto-femorale della gamba sinistra in seguito ad un incidente stradale nel quale è stata coinvolta nel 2007. E' alla sua prima Paralimpiade. L’abbiamo intervista per sapere come vive questa esperienza.

Siamo con Martina Caironi, 23 anni fra pochi giorni… speriamo un compleanno da festeggiare…

“Speriamo! In ogni caso lo festeggio, questo è poco ma sicuro… speriamo di avere qualcosa in più da festeggiare…”

Domani c’è il salto in lungo e il 5 settembre i 100 metri

Esattamente”

La federazione ha puntato molto su di lei in quanto prima donna amputata monolaterale a scendere sotto i 16″ nei 100 metri quindi… grande risultato!

Spero di poterlo migliorare o comunque confermare perchè le possibilità ci sono e vediamo se l’emozione giocherà a mio favore o contro…”

Sicuramente a favore, la devi trasformare…

Se fosse per me si, però bisogna vedere al momento”

Come ti trovi nel villaggio?

E’ bellissimo, è grande e piccolo allo stesso tempo. Tutti i giorni puoi incontrare le stesse persone o incrociarne delle altre di tutte le nazionalità. Può capitare di giocare un giorno a biliardino con un inglese e un greco, il giorno dopo pranzi con un colombiano o un argentino e ti alleni con una francese…”

Quindi ogni giorno un uomo diverso…

Non un uomo… dicevo al maschile perchè per le categorie basta ci sia un uomo e si dice al maschile… però ci sono atleti ed atlete, ovviamente”

Quindi è bellissimo, divertente...

Divertente… poi sto praticando le mie lingue: l’inglese lo sto riprendendo un pò e lo spagnolo mi sta facendo parlare con tutto il sud america”

Anche perchè il tuo futuro lavoro… qual'è?

Sto studiando per fare la mediatrice culturale, vorrei fare da tramite tra due culture e due lingue e, anche se non studio più l’inglese ma il cinese, l’idea è quella di aiutare a comunicare due persone con due culture e due lingue differenti e qua è il top proprio, si sperimenta tutto quanto”

Hai qualche passione che ti sei portata dall’Italia?

Non ho ancora avuto modo di usarli, ma ho portato qualche cosa di giocoleria magari per dopo la gara perchè prima non mi sembra il caso… anche se per me sarebbe normale. Mi sono portata i kiwido, le palline e i cerchi. Sono principiante ma per chi non ha mai visto nessuno farli sembra strano, sto imparando a fare sempre più trick e poi mi rilassa; qua potrò farlo senza che nessuno mi dica niente…”

Tornando ad un discorso più sportivo, cosa significa l’accorpamento della categoria?

L’accorpamento si ha quando, o per mancanza di atleti in numero sufficiente o per mancanza di iscrizioni… vengono accorpate due categorie quindi con disabilità differenti. Nel caso della gara del salto in lungo verranno accopate la categoria mia, la F42, con la F44 e F43 cioè le ragazze che sono amputate sotto il ginocchio e questo comporterà una serie di punteggi. Questo mi procura, più avversarie… però va bene, meglio essere anche di più per avere più confronto anche stilistico”

E’ una sfida un pò più impegnativa


“Decisamente”

Ma ce la farai a batterle…

“Vedremo… domani sarà dura scalare quei gradini (il podio), ma io darò il meglio e conto molto sulla tecnica, vorrei fare una gara bella, pulita”

Allora tutti insieme a vedere Martina, speriamo vada tutto bene e crepi il lupo

“Crepi, crepissimo, crepissimissimo”

FONTE: http://www.londra2012.abilitychannel.tv/video/intervista-a-martina-caironi-atletica/


E' notizia proprio di qualche ora fa che Martina Caironi, la protagonista di quella bella intervista, ha conquistato la medaglia d'oro con Record del mondo sui 100 m, la disciplina "Regina" dei Giochi. Martina
ha gareggiato nella categoria T42 (quella che comprende le atlete mono e biamputate), e con il tempo di 15”87 si è laureata campionessa paralimpica della distanza più breve e più affascinante dell'atletica, riuscendo ad abbassare di due piccoli ma importanti centesimi il primato del mondo, che già le apparteneva.
Questa bellissima notizia ci parla chiaramente del valore dell'atleta in questione.... l'intervista invece ci dà un pò uno spaccato più umano della persona, dei suoi sogni, di che cosa significa partecipare ad una Paralimpiade.
Al di là dei risultati conseguiti, ogni atleta presente a questi Giochi è sempre e comunque un vincitore.... un vincitore nella propria vita, dove si è saputo superare il proprio limite fisico e "ricostruirsi" una vita che può essere ricchissima sotto ogni punto di vista.

Marco

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