venerdì 27 settembre 2013

Marinella è allergica a tutto. Ora lo sfratto: «Non ce la faccio più»

«Non ce la faccio più a vivere, sono distrutta»: questo l'accorato appello lanciato da Marinella Oberti che, oltre a dover fare i conti da 40 anni con un'invalidità totale, deve lasciare l'alloggio in cui vive e nei giorni scorsi si è vista tagliare anche l'energia elettrica in casa.

La donna, 55 anni, è affetta da una malattia rara, definita Sensibilità Chimica Multipla, che le impedisce di venire a contatto o inalare sostanze chimiche e di soffermarsi in ambienti affollati. Per questo motivo, nel 2010, la Giunta comunale è intervenuta quando Marinella ha trovato un alloggio compatibile con il suo stato di salute in un bed and breakfast di Città Alta. A seguito di un contratto sottoscritto con il proprietario della struttura, il Comune si è assunto l'onere di una parte consistente dell'affitto mensile, lasciando la rimanenza a carico della signora.

Si tratta di un piccolo appartamento annesso al b&b ripartito in una camera, una cucina e un bagno, dove Marinella ha la residenza e vive con il marito operaio, attualmente è in cassa integrazione. «Da novembre 2010 a novembre 2011 - dice - il Comune mi è venuto incontro con un contributo economico abbastanza sostanzioso, ma ad un certo punto ha interrotto i pagamenti, mentre io ho continuato a versare la mia quota. Nel frattempo ho ricevuto delle donazioni da una persona, che colgo l'occasione per ringraziare, e le ho puntualmente girate al proprietario. Ma si è trattato di una parentesi ed oggi non riesco più a far fronte a questa situazione».

«Quando il Comune ha sospeso i pagamenti - aggiunge Marinella - il proprietario ha fatto sapere che comunque non mi avrebbe lasciato morire per strada. Ma ora le cose sono cambiate. Nei mesi scorsi mi ha comunicato che avrei dovuto lasciare libero l'appartamento a inizio settembre. Poi con il passo indietro fatto dal Comune ha cominciato a pretendere il pagamento delle utenze, che ho sempre pensato fossero comprese nell'affitto, visto che in precedenza non mi aveva mai fatto tale richiesta. Già a fine luglio sono rimasta cinque giorni priva di acqua, infine qualche giorno fa mi sono trovata senza più corrente in casa e oltre a tutti i disagi che questo comporta in caso di crisi non posso usare il depuratore ambientale».

«Sono gravemente malata - conclude Marinella - e non ho trovato alcuna mano tesa nonostante abbia bussato nel frattempo al Comune, alla Prefettura e all'Asl. Quindi mi trovo in una situazione critica e non so più a chi rivolgermi».

di Francesco Lamberini

18 settembre 2013

FONTE: ecodibergamo.it

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/394351_overti/


Una storia davvero triste, che lascia l'amaro in bocca. Ma è possibile che una persona malata, bisognosa e senza soldi, rischi di trovarsi per strada? Già il fatto di rimanere senza energia elettrica, per un malato di MCS, è una cosa ESTREMAMENTE GRAVE, dal momento che l'elettricità serve per far funzionare il depuratore d'aria, elemento essenziale per la maggior parte dei malati di questa patologia. Possibile che il Comune non sappia queste cose? Possibile che non si riesca a trovare una sistemzazione per questa donna malata, magari in una delle tante case popolari (possibilmente adattata alle esigenze di una malata di MCS come lei) di cui ogni città dispone? I malati gravi non dovrebbero avere la precedenza su tutti, nell'assegnazione di queste case? Mi auguro sinceramente che il Comune di appartenenza di Marinella, (cui comunque va dato atto di essersi finora adoperato a suo favore..... questo va detto) intervenga al più presto, prima di tutto per il riallacciamento immediato della rete elettrica, e poi per trovarle una sistemazione adatta a lei, mi auguro DEFINITIVA! Non credo che chiedere questo sia chiedere una cosa impossibile.
Coraggio allora, avanti Comune, avanti Provincia, avanti Regione, avanti Asl, avanti Prefettura..... i malati prima di tutto nell'assegnazione delle case, sopratutto i malati poveri..... sempre, sempre, sempre !!!

Marco

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