domenica 24 maggio 2015

Sensibilità Chimica Multipla (MCS)

In Italia, secondo le stime delle associazioni di pazienti, ci sono 50 mila persone affette da Sensibilità Chimica Multipla, di cui 5 mila sono gravi. Una condizione di intossicazione cronica dovuta alle sostanze da cui siamo circondati. Malattia che molti medici ancora si rifiutano di riconoscere.


Si può essere fisicamente "intolleranti" all'ambiente in cui si vive? Si può, certo. E' la condizione in cui vivono i pazienti affetti da Sensibilità Chimica Multipla, nota anche come Sindrome da Ipersensibilità Ambientale. Per queste persone ogni ambiente diventa un nemico, ogni sostanza chimica può generare reazioni abnormi, con sintomi fisici di intossicazione. Chi ne è colpito sviluppa una condizione cronica che è ancora per lo più misconosciuta, anche se una parte minoritaria della comunità medica internazionale cerca di fare qualcosa.
Stando ai dati forniti dall'associazione di pazienti Amica questa sindrome, detta MCS (anche in Italia si è soliti utilizzare l'acronimo inglese), colpisce oggi nel nostro paese circa 50 mila persone in forma lieve e 5 mila in forma grave, anche se mancano studi epidemiologici che consentano di avere un quadro preciso.
Uno studio del 1998 effettuato negli Stati Uniti da Heuser ha dimostrato che la Sensibilità Chimica Multipla colpisce tra l'1.5% e il 3% della popolazione spiega il dottor Giovanni Tringali, direttore dell'istituto di ricerca medica e ambientale di Catania, che da anni si occupa di questa malattia. È causa di molte patologie disabilitanti che interessano i reni, gli apparati respiratori, cardiocircolatorio, digerente, tegumentario, nervoso, muscolo scheletrico, endocrino e immunitario. Colpisce le donne tre volte più degli uomini e può insorgere in soggetti di qualsiasi età e classe sociale, ma soprattutto in alcuni lavoratori particolarmente esposti a sostanze tossiche e in tal senso assume anche una preoccupante rilevanza dal punto di vista occupazionale.
I pazienti mostrano una sensibilità debilitante alle sostanze chimiche che si trovano in numerosissimi prodotti utilizzati nella quotidianità. Solitamente è possibile ammalarsi se ci si espone a grandi quantità di tali elementi, ma per chi soffre di MCS è differenze: l'ipersensibilità, e quindi i sintomi, si manifestano anche con l'esposizione a dosi minime.

I sintomi

I sintomi possono essere lievi ma anche invalidanti e comprendono mal di testa, affaticamento, problemi nella concentrazione, nausea, diarrea, dolore muscolare e articolare, vertigini, difficoltà respiratorie, aritmia cardiaca e convulsioni. Nei bambini si può manifestare con arrossamento delle guance e orecchie, occhiaie scure, iperattività e disturbi del comportamento e nell'apprendimento. Dopo l'esposizione diretta alle sostanze chimiche verso le quali si è ipersensibili, i sintomi possono comparire immediatamente o anche dopo qualche giorno e possono durare da pochi secondi a settimane o mesi.
La MCS si presenta con vari livelli di gravità e di impedimento conferma Francesca Romana Orlando, vicepresidente dell'associazione Amica. Ci sono persone che manifestano ipersensibilità a sostanze chimiche a cui sono esposte sul luogo di lavoro; può essere un detersivo, o anche un profumo utilizzato dai colleghi, e spesso sono costrette a rimanere a casa, magari utilizzando giorni di ferie o di malattia, per recuperare e disintossicarsi. Altri pazienti non possono avere alcun tipo di vita sociale e sono costretti in casa senza poter leggere perché intolleranti alla carta stampata e talvolta senza poter vedere nemmeno la televisione perché elettrosensibili. È davvero molto difficile tenere i nervi saldi in casi del genere, ma per tutti va detto che la malattia può avere un decorso assolutamente altalenante per cui a volte basta cambiare la dieta oppure trovare un integratore giusto o trasferirsi in una casa più sana per stare molto meglio. Ci sono però anche casi, purtroppo, in cui basta un'episodica esposizione accidentale anche solo all'erbicida diffuso ai bordi delle strade per stare male per anni. Questa malattia mette veramente alla prova, proprio perché impone al paziente di autoregolarsi e perché mancano terapie specifiche anche in caso di esposizione, a differenza delle allergie per cui è possibile prendere farmaci per stare meglio. In ultimo, la mancanza di ambienti ospedalieri idonei, privi di sostanze chimiche nell'aria, con personale privo di profumo o senza esposizione a sostanze a rischio, rende la vita del paziente MCS ancora più precaria perché, in caso di bisogno, mettiamo il caso di un incidente stradale o di un'appendicite, quella persona potrà essere persino costretta a rinunciare a recarsi in un pronto soccorso. In alternativa, dovrà accettare il pericolo dell'esposizione e rischiare gravi conseguenze o la vita stessa a causa delle esalazioni con cui si troverà a dover fare i conti negli ambienti ospedalieri. Riteniamo che questa sia una condizione non accettabile.
A confermare la complessità e la gravità della sindrome è ancora il dottor Tringali.
Si pensi che i test allergologici sono quasi sempre negativi e gli antistaminici risultano inefficaci, anzi talora provocano reazioni avverse. È una sindrome che si potrebbe definire immunotossica e multisistemica, può colpire vari organi e apparati e, qualora non adeguatamente diagnosticata e non trattata in maniera appropriata, si aggrava progressivamente fino alla totale irreversibilità che caratterizza il terzo stadio. Nei pazienti affetti da MCS le sostanze chimiche, qualora ingerite o inalate, possono danneggiare il fegato e il sistema immunitario sopprimendo la mediazione cellulare che controlla il modo in cui l'organismo si protegge dagli agenti estranei. Nel tempo l'organismo reagisce a qualsiasi traccia di sostanze di sintesi presenti nell'ambiente, come insetticidi, pesticidi, disinfettanti, detersivi, profumi, deodoranti personali o per la casa, vernici, solventi, colle, sostanze antitarlo, materiali per l'edilizia, carta stampata, inchiostri, scarichi delle auto, fumi di stufe, camini o barbecue, prodotti plastici, farmaci, eccipienti, anestetici, formaldeide liberata dal truciolare del mobilio, tessuti e stoffe soprattutto nuove, in particolare tutto ciò che è di derivazione petrolchimica. Nell'arco di pochi anni dalla prima manifestazione i sintomi si cronicizzano e, senza un adeguato intervento, la sindrome altera gravemente la qualità della vita del paziente e può avere gravi conseguenze.

Diagnosi difficile

Come molte sindromi sistemiche e legate a più fattori, la difficoltà sta anche nell'individuare medici che siano in grado o che siano disponibili a fare una diagnosi. Eppure ormai i numeri fanno intuire che non si tratta di una delle cosiddette malattie rare.
Che la MCS non sia una malattia rara lo sappiamo da sempre afferma Orlando. In Italia siamo state noi associazioni a volerla definire in questo modo, perché il riconoscimento come malattia rara è il solo che le Regioni possano attuare autonomamente anche senza un intervento a livello nazionale del Ministero della salute. In questo modo siamo riusciti a ottenere il riconoscimento in diverse regioni sin dal 2004, dopo che una nostra petizione raccolse 20 mila firme. Il problema è che in Italia mancano medici in grado di riconoscere questa patologia e di diagnosticarla, quindi resta sottostimata.
Veniamo ora alla preparazione e al grado di competenza dei medici.
In Italia è difficile incontrare un medico che abbia sentito parlare di Sensibilità Chimica Multipla e quindi è difficile avere una diagnosi" prosegue Orlando. Spesso i sintomi della MCS vengono scambiati per allergia, ma poi i risultati dei test sono negativi e quindi il medico viene indotto a classificare il paziente come difficile, psicosomatico o addirittura mentalmente disturbato. In realtà se il medico non sa cosa andare a cercare, probabilmente non troverà alcuna anomalia fisica. La MCS non è un'allergia, ma un'alterazione del metabolismo indotta dalle sostanze chimiche che vede il coinvolgimento dei meccanismi di disintossicazione. Occorre dunque misurare lo stress ossidativo, dosare vari enzimi e valutare i parametri utili a individuare le alterazioni dei processi di disintossicazione. Occorre poi considerare che questi processi sono importanti per metabolizzare le sostanze chimiche, ma anche per la digestione degli alimenti e per la metabolizzazione dei farmaci, quindi il fatto che un paziente riporti intolleranza a farmaci è perfettamente coerente con la patologia, ma è un fatto che di solito manda in tilt il medico non competente.
Ad aggravare la situazione in Italia è anche l'assenza di una formazione specifica in materia di medicina ambientale nei percorsi universitari. Di solito, infatti, si occupano di tossicologia esclusivamente i medici del lavoro, che però sono abituati a confrontarsi con la massima dose tollerabile e tollerata dalla persona. Nelle medicina clinica ambientale tedesca o americana, invece, si studiano gli effetti di esposizioni a basse dosi sul lungo periodo, che hanno effetti sulla salute completamente diversi. Senza un'adeguata preparazione di tutti gli specialisti, non ci si può aspettare che questi riconoscano le cause ambientali delle malattie, e mi riferisco non solo alla MCS ma anche alle malattie infiammatorie e tumorali in genere.
Sono difficoltà che anche il dottor Tringali ha ben presenti.
Purtroppo, i pazienti affetti da questa patologia spesso non si sentono capiti dai medici e talora nemmeno dai familiari, che credono si tratti di una particolare psicosi che necessita del consulto neurologico o, peggio ancora, neuropsichiatrico. Altro elemento di difficoltà è che nell'attuale stato di crisi in cui versa gran parte della popolazione italiana, si fatica molto a gestire economicamente sia l'alimentazione che i farmaci o gli eventuali integratori di cui hanno bisogno questi soggetti. In altre parole occorre che i pazienti affetti da questa sindrome siano aiutati dalla sanità pubblica attraverso il riconoscimento dell'indispensabilità di alcuni integratori o farmaci per i soggetti affetti dalla Sindrome da Ipersensibilità Ambientale. Occorre anche che i medici vengano continuamente aggiornati, perché vi sono molti sprechi di risorse economiche in esami e accertamenti clinici inutili, dal momento che molti operatori non sanno ancora dell'esistenza di questa sindrome. I pazienti hanno bisogno di medici che conoscano la patologia e che quindi siano in grado di fare una diagnosi eziopatogenetica ovvero casuale; si tratta di persone che hanno bisogno di comprensione da parte dei familiari e soprattutto sentire lo Stato vicino ai loro problemi.

Gli studi

La letteratura scientifica in materia di Sensibilità Chimica Multipla è molto vasta e anche in Italia ci sono numerosi medici e ricercatori che hanno pubblicato studi di grande valore su questa patologia aggiunge ancora la vicepresidente di Amica. Varie pubblicazioni scientifiche si stanno orientando verso un'ipotesi genetica della malattia prosegue Tringali. In tal senso sono state scoperte parecchie mutazioni polimorfiche che interessano più dell'1% della popolazione. Un dato oggettivo è che questi pazienti hanno spesso un elevato stress ossidativo e quindi un maggiore deterioramento di organi e tessuti rispetto alla popolazione generale. Infatti lo studio dello stress ossidativo costituisce uno dei tanti elementi per poter arrivare alla diagnosi di MCS. Volendo fare qualche esempio, si può dire che segnali che dovrebbero far pensare alla MCS possono essere un'eccessiva sensibilità agli odori, un malessere all'assunzione di farmaci o integratori oppure addirittura ai probiotici, uno stress ossidativo elevato che talora fa dimostrare alla persona più anni di quelli che realmente ha, un precoce incanutimento, disturbi di sensibilità elettromagnetica con l'uso dei cellulari.
Nello specifico, proprio riguardo la possibilità di fare una diagnosi corretta, Orlando aggiunge che
Ormai sono stati anche evidenziati i biomarker che andrebbero considerati nella valutazione. Una diagnosi corretta e tempestiva permette anche, naturalmente, di procedere con approcci terapeutici che possano almeno alleviare la sintomatologia. Poiché i meccanismi di disintossicazione sono molteplici e complessi e comportano anche aspetti di predisposizione genetica, serve una competenza specifica e grande dedizione da parte del medico ci tiene a far notare Orlando.
La MCS è una patologia complessa che comporta l'interessamento di organi diversi da paziente a paziente e quindi la terapia va sempre personalizzata con grande attenzione. Gran parte della ricerca scientifica ad oggi suggerisce di praticare la via della prevenzione assoluta, ossia evitare ogni esposizione ad agenti chimici. Ci sono poi studi svedesi che hanno osservato un miglioramento importante nei pazienti con MCS dopo la rimozione delle amalgame dentali e delle protesi al titanio, sempre eseguita osservando rigorosi protocolli che adottano tutte le precauzioni possibili. I metalli infatti possono essere responsabili dell'attivazione di un'infiammazione cronica e di un deficit del glutatione, una sostanza disintossicante, fenomeni che possono poi condurre all'intolleranza nei confronti di molte altre sostanze chimiche”.
La letteratura medica suggerisce inoltre tutta una serie di terapie disintossicanti cosiddette "dolci", come la sauna e l'esercizio fisico che aiutano a espellere le tossine, insieme all'integrazione nutrizionale per aiutare i meccanismi della disintossicazione aggiunge ancora Orlando. Ma è bene chiarire che questi meccanismi sono complessi e a volte può essere un vero e proprio rompicapo scoprire quale sia la sostanza giusta.

La prevenzione

Oltre alle cure e alle terapie personalizzate che ogni paziente può farsi prescrivere da medici esperti, si possono seguire alcune regole di prevenzione, suggerite anche dall'americana Chemical Sensitivity Foundation. Dato che la riduzione dell'esposizione alle sostanze chimiche migliora la salute dei pazienti affetti da MCS, si può:

- evitare gli alimenti o i prodotti che potrebbero contenere residui di pesticidi
- evitare la permanenza in edifici nuovi o appena ristrutturati, o scegliere edifici dove i lavori sono stati eseguiti con materiali eco-compatibili
- evitare prodotti appena verniciati o per i quali sono stati utilizzati solventi
- evitare i tappeti nuovi
- stare lontani dalla benzina, dalle sostanze per i lavaggi a secco o altri trattamenti chimici
- evitare il fumo di tabacco e i fumi degli scarichi delle automobili
- utilizzare prodotti per l'igiene e la pulizia più naturali possibile
- evitare i profumi, gli spray per l'ambiente e l'incenso
- utilizzare riscaldamento elettrico o radiatori
- aprire le finestre, tenere gli ambienti ventilati e utilizzare filtri antiparticolato.

È una grande sfida: per i pazienti affetti da questa sindrome ogni giorno può trasformarsi in un calvario o in una conquista. Ma ancora una volta si può concludere che vivere nel modo più naturale e pulito possibile sia la scelta migliore per preservare la salute.


Dicembre 2014

FONTE: Terra Nuova N. 300

Nessun commento:

Posta un commento