venerdì 12 gennaio 2018

L'Olocausto silenzioso degli ammalati di MCS


di Elisabetta Saviotti

Entrare in contatto con ammalati in forma grave di MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ti apre ad un mondo di sofferenze terribili, inimmaginabili, intollerabili. Essi hanno sintomi allergici perché il loro organismo non riesce più ad espellere le sostanze tossiche, per cui hanno perso per sempre la capacità di tollerare anche in minime dosi gli xenobiotici: pesticidi, detersivi, deodoranti, vernici, farmaci, derivati dal petrolio in generale, etc.

Diventando gravemente intolleranti a tutto ciò che li circonda, essi sono impossibilitati a condurre un’esistenza normale e sono costretti a vivere in una continua fuga per evitare tutto ciò che lentamente li avvelena. È difficile immaginare che cosa significhi, la realtà supera l’immaginazione. Colpisce l’insieme di sofferenze fisiche, l’isolamento coatto, il dolore morale di non uno o forse, chissà, due alla volta, nel essere compresi, di dovere resistere a tentativi assurdi di psichiatrizzazione, di non avere alcun diritto perché non riconosciuti in Italia, nessun aiuto dalle istituzioni ma neanche dalle realtà caritative. Trovare un luogo in cui vivere poi è un’impresa titanica per molti: spesso i malati vivono chiusi in una stanza, oppure in macchina o nei boschi... neanche al pronto soccorso c’è una stanza adeguata per loro. Sono totalmente abbandonati a loro stessi, spesso dopo un lungo calvario diagnostico.

Eppure l’MCS è una patologia codificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il codice ICD 10J 68.9, è riconosciuta in diversi paesi quali Usa (nota come la sindrome del Golfo inizialmente, poiché ne soffrivano il 30% dei soldati americani), Canada, Giappone, Finlandia, Danimarca, Austria, Germania. Essa è considerata una patologia organica di tipo ambientale irreversibile e progressiva, tra le più gravi e invalidanti per le importanti conseguenze multi organo e multi funzione.

Il dr. W. Reha a Dallas, dal ‘78, ha una clinica specializzata dove si può essere curati con successo con l’immunoterapia desensibilizzante a basso dosaggio ed ha all’attivo fior di pubblicazioni; così pure esistono centri a Londra e Madrid. Ed anche in Italia il prof. Genovesi, medico specialista in endocrinologia, psichiatria e immunologia e ricercatore presso il Policlinico Umberto I di Roma, ha dimostrato l’organicità della malattia ed ha stimato che ne possa soffrire circa il 5% della popolazione (similmente alle percentuali riscontrate in altri stati dove l’MCS è riconosciuta). Non si tratta neanche di una patologia rara, quindi, ma è più diffusa del diabete.

L’MCS è una malattia che la maggior parte dei medici in Italia non conosce né riconosce perché i primi sintomi vengono spesso scambiati per semplice allergia, avendo manifestazioni identiche; questo fa sì che spesso si arrivi alla diagnosi purtroppo in stadi avanzati e dopo tanti anni di sofferenze ed esami costosi.

Peggiorando nel tempo, in proporzione all’entità delle esposizioni chimiche e alla loro frequenza, si diventa inoltre “allergici” a molte sostanze naturali e intolleranti alla quasi totalità degli alimenti.

Da uno studio USA del 1992, un quadro di evoluzione:

Stadio 1 – SENSIBILIZZAZIONE: o fase irritante, che si verifica quando una persona è sottoposta ad un’esposizione chimica acuta ad alte dosi o ad una esposizione cronica insidiosa. I sintomi dei pazienti in seguito all’esposizione chimica non sono rilevabili clinicamente in generale. I disturbi possono includere dolore alle articolazioni e ai muscoli, cefalea, affaticamento (stanchezza cronica), rossore, prurito, nausea, tachicardia, asma, insufficiente circolazione periferica, etc.

Stadio 2 – INFIAMMAZIONE: l’esposizione chimica determina un’infiammazione cronica dei tessuti, come ad esempio artrite, vasculiti, dermatiti, asma non allergico, coliti, miositi, riniti, circolazione periferica molto problematica. Sono presenti sia sintomi che segni obiettivi rilevabili clinicamente. La progressione avviene in seguito a nuove esposizioni in corso, ma se non si è ancora verificato il danno ai tessuti, il processo può essere invertito con l’evitamento chimico e specifiche cure di disintossicazione.

Stadio 3 – DETERIORAMENTO: l’infiammazione cronica causata dall’esposizione chimica produce danni del tessuto, come lesioni al sistema nervoso centrale, al rene, al fegato, al polmone, al sistema immune etc. Questo livello è irreversibile: “Una volta che i tessuti sono danneggiati e la funzione dell’organo compromessa rimangono poche le speranze nella pratica medica corrente di invertire il processo”. Patologie comuni in questo stadio sono ad esempio lupus, ischemie, cancro, autoimmunità, forme degenerative reumatiche, sclerosi multipla, porfiria.

È importante osservare che le persone possono attraversare questi stadi evidenti senza mai aver manifestato MCS o senza aver stabilito un collegamento mentale con questa esposizione chimica cronica nel loro ambiente. Fibromialgia, stanchezza cronica, elettrosensibilità, encefalite mialgica sono secondo alcuni esperti inoltre una sola sindrome, detta sindrome di sensibilizzazione centrale.

Perché la comunità scientifica italiana stenta dunque a riconoscere il diritto alla cura di questi malati?

Attualmente la patologia infatti non è inserita nei LEA italiani con tutti i disagi che ne conseguono.

Evidentemente il problema non è la scienza, ma la politica, l’economia. Questi malati sono un costo per il sistema sanitario, senza però una contropartita di guadagno per le case farmaceutiche: sono infatti ammalati perché intossicati, difficilmente la loro cura passerà attraverso la somministrazione di altri farmaci.

Essi sono anche un dito puntato sugli effetti che tutti subiamo nel nostro quotidiano per l’immissione continua di sostanze chimiche, per non parlare dell’elettrosmog.

L’MCS riguarda noi tutti: i malati sono le sentinelle di quello che sta succedendo nelle nostre città asfittiche, nelle nostre campagne piene di veleni.

S.O.S. SENSIBILI è un gruppo spontaneo di persone che lanciano un S.O.S. a nome degli ammalati di MCS. Noi siamo accomunati dal sogno che a questi ammalati siano dati gli stessi diritti di tutti e che nascano opere di carità a loro favore, in particolare nascano case di accoglienza idonee. Crediamo anche nella necessità di una decrescita dello smog chimico ed elettromagnetico per la vita delle generazioni presenti e future.

Seguici su http://smogsensibili.simplesite.com, smogsensibili@gmail.com

22 dicembre 2017

FONTE: La Croce

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